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Perché dovreste guardare Il Diavolo in Ohio

Il Diavolo in Ohio è il nuovo prodotto Netflix composto da 8 episodi che sta già spopolando le classifiche degli ultimi giorni. La serie si presenta come un crogiuolo di elementi diversi che spaziano dal genere horror tout court, che riprende in particolar modo la reale vicenda della setta satanica, per finire a una reale quanto drammatica storia famigliare: dai problemi di cuore delle figlie a quelli prettamente economici del padre.

Cos’è quindi che rende così appetitoso questo titolo? Devo ammettere che dopo la prima visione del trailer il mio hype non era poi così alto, ma è stato presto modificato per varie ragioni. La prima è sicuramente la presenza di una strepitosa Madeline Arthur – nei panni della misteriosa Mae – e di Emily Deschanel, la straordinaria star di Bones, rimasta nei nostri cuori per anni e a cui è ancora difficile aver detto addio.

L’incredibile storia vera che si cela dietro al diavolo in Ohio

il diavolo in Ohio
Emily Deschanel e Madeline Arthur: Susanne e Mae (640X360)

Suzanne Mathis (Emily Deschanel) è una psichiatra ospedaliera che decide di accogliere temporaneamente in casa sua la giovane Mae, arrivata nella struttura con un’inquietante ferita alla schiena; scopriremo presto che la ragazza è sfuggita da una setta satanica il cui scopo è quello di compiere alcuni sacrifici per salvare la comunità da un infausto destino.

Vista la natura degli eventi narrati si potrebbe pensare a un’opera di fantasia, ma al contrario Il Diavolo in Ohio è tratta da una storia vera che non poteva non essere raccontata. L’impianto narrativo non è documentaristico, nonostante la riproduzione sia abbastanza fedele agli eventi realmente accaduti, ma segue con linearità la storia di una vicenda avvenuta in Ohio.

La showrunner, per altro anche autrice del romanzo da cui è tratta la serie, ha affermato di aver creato insieme al suo team e appositamente per la storia il culto del Morningstar, a cui Mae è sottoposta, e di aver scritto parte del libro delle Alleanze, il testo biblico al quale fa riferimento la stessa Mae nel racconto sull’origine del rito.

La storia di conseguenza diviene qualcosa di cui avere potenzialmente paura, da cui sfuggire perché volutamente raccontata in maniera non totalmente fedele, così da poter mantenere l’anonimato delle persone direttamente coinvolte. A differenza di tanti film o serie tv in cui analogamente ci imbattiamo in culti di questo tipo, Il Diavolo in Ohio rappresenta una novità nel panorama cinematografico e seriale attuale per l’idea che trasmette, che è quella della mezza verità, di un qualcosa che potrebbe ipoteticamente accadere anche ai nostri giorni. Insomma, qualcosa di oscuro e latente che si insinua dentro le nostre case mettendo in pericolo noi stessi e le persone a cui teniamo di più.

Una serie dagli ottimi presupposti

Mae si prepara per il rito (640X360)

Quando mi sono imbattuta ne Il Diavolo in Ohio, devo ammettere che sinceramente non avevo grandi aspettative. Il trailer non mi aveva convinta e sembrava proporre la classica storia banale della ragazza posseduta con poteri soprannaturali. Devo dire che la serie mi ha presto smentita, perché fin da subito è riuscita a intrappolare la mia attenzione per il coinvolgimento psicologico che porta i personaggi principali in diretto contatto con gli spettatori.

L’attrice che interpreta Mae è assolutamente favolosa nel ruolo che riveste, col suo viso idilliaco e la faccia innocente che cela in sé un passato turbolento e meschino. Emily Deschenel interpretando la psichiatra Suzanne non è da meno, perché profondamente legata alla giovane Mae per un passato anch’esso oscuro e analogamente violento: da un lato abbiamo una violenza psicologica (Mae) e dall’altra una violenza fisica e verbale (Suzanne)

La serie non solo affronta in chiave thriller/horror il tema della setta satanica e del ritualismo, ma ci porta a conoscere il martellamento psicologico che si ripercuote in quello sociale, a cui le vittime sono sottoposte dai loro aguzzini. Nonostante la serie presenti alcuni caratteri di scontatezza, primo fra tutti il colpo di scena finale, andrebbe vista. Questo perché, oltre a essere una storia vera, Il Diavolo in Ohio è la storia di una grande famiglia – quella di Suzanne – alle prese con problematiche attuali e soprattutto normali: la figlia in piena adolescenza alla scoperta della sessualità, le gelosie, le prime cotte, i problemi economici.