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Perché dovreste iniziare Grown-ish, una teen comedy che merita tutta la nostra attenzione

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Grown-ish

È sempre arduo scrivere una teen comedy che possa adattarsi ad un target più vasto, che non vada ad inquadrare solo un pubblico di adolescenti. Non è mai facile riuscire a centrare gli argomenti giusti, quando si parla di adolescenza, né il modo giusto di raccontarli. Ma se Grown-ish (disponibile su Disney+) ha un’arma a suo favore, è proprio la dimestichezza nel saper accogliere un pubblico già parecchio ampio. Spin off di Black-ish, infatti, Grown-ish si pone l’obiettivo di allontanarsi dalla sua serie madre ma allo stesso tempo di utilizzare degli espedienti simili, funzionali e diretti.

La protagonista questa volta è Zoey Johnson, che conosciamo molto bene da Black-ish come figlia quasi perfetta, ragazza popolare e solare, con grandi sogni nel cassetto.

Stavolta però, una volta iniziato il college, Zoey dovrà affrontare la vita vera, fatta di ostacoli ed errori. E allora Grown-ish si reinventa e reinventa il personaggio di Zoey, rimanendo fedele ad un certo stile ma adattandolo ad una nuova generazione e soprattutto ad un nuovo mondo. Se in Black-ish la questione razziale era centrale, in Grown-ish il focus viene spostato sulla crescita, appunto, sull’evoluzione e su un gap generazionale difficile da capire.

Zoey Johnson non ha idea di quello che le sta per succedere quando, uno dei primi giorni di college, comincia a raccontarci (rompendo la quarta parete) chi è e cosa vorrebbe fare della sua vita. Per sua stessa ammissione, non si sarebbe mai aspettata che una serie di sfide l’avrebbero messa alla prova da un minuto all’altro. Inadeguata fin dall’inizio, quando per un ritardo non riesce ad iscriversi ai corsi programmati e sarà costretta a frequentare un corso serale, in compagnia di altri ragazzi poco organizzati ma di certo molto interessanti. Che diventeranno i suoi più cari amici, come spesso succede per un gioco del destino.

Zoey si ritrova spaesata in un mondo che non conosce e che non conosce le sue potenzialità.

Si ritroverà ben presto a scoprire che non è più la migliore, né tantomeno la più coccolata. Scoprirà che ognuno deve combattere con i propri problemi e che non sempre il mondo può girare intorno a lei. Ed è questa la prima e la più pesante lezione che la maturità darà a Zoey Johnson. Grown-ish ci racconta proprio di quella fase in cui la consapevolezza di diventare adulti prende il sopravvento su una spensierata fanciullezza.

Grown-ish

Per raccontare questo passaggio dall’adolescenza all’età adulta, Grown-ish usa un linguaggio molto semplice ma mai superficiale. La narrazione è incentrata quasi esclusivamente su un lato della vita adulta che riguarda una generazione in particolare, quella che chiameremmo Gen Z. Ma nonostante la sua specificità, Grown-ish riesce a rendere molte sue istanze accessibili a tutti, parlando una lingua comprensibile anche a chi non fa parte della Gen Z. La sua scrittura basata sull’ironia e sulla leggerezza permette a tutti di avere il proprio punto di vista. Anche se il primissimo punto di vista è quello di Zoey, che fa tanti errori ma fa anche tantissimi esami di coscienza per cercare di capire cosa sbaglia e come rimediare.

Parte della bellezza di Grown-ish sta proprio nella narrazione dell’errore.

I protagonisti sbagliano, sanno di sbagliare e in certe occasioni si sentono giustificati dalla loro giovane età o da un mondo che non funziona come dovrebbe. Eppure, trovano comunque il modo di migliorarsi e di capire dove posso essere più consapevoli e, in una parola, più adulti. La narrazione dello sbaglio in Grown-ish è qualcosa che passa per la lente dell’adolescenza e che, inevitabilmente, viene risolto con lo sguardo della maturità.

Senza mai distaccarsi da un certo tipo di narrazione, basata su temi di attualità come l’impatto dei social media sui ragazzi o un certo tipo di politica mirata all’esclusione, Grown-ish si concentra sul racconto di una generazione. Una generazione con pochissime certezze, che deve conquistarsi da sola. Una generazione che impara soprattutto dagli errori. Quindi vediamo Zoey fare le sue scelte, ma soprattutto fare i suoi sbagli. Ma saranno proprio questi ultimi a renderla adulta. E, allo stesso tempo, a far capire a noi quanto possa essere frustrante dover continuamente sopravvivere in una società che mal supporta una generazione intera.

Così, anche se spesso arriviamo ad odiare Zoey e le sue decisioni, arriva un momento in cui (proprio come succede per lei) una consapevolezza più grande prende il sopravvento.

E le emozioni immediate diventano mature e razionali. Il punto forte di Grown-ish è che riesce a fare tutto questo, facendoci ridere. La stessa ironia della sua serie madre, tagliente e diretta, la ritroviamo in Grown-ish. Solo forse rivisitata e adattata ad un pubblico diverso ma pur sempre fedele (qui alcuni esempi di serie tv che hanno saputo riconoscere il proprio pubblico).  La leggerezza di Grown-ish, che non si tramuta mai in superficialità, la rende una serie tv assolutamente godibile, da tanti punti di vista diversi.

Grown-ish

Uno sgangherato gruppo di ragazzi alla Breakfast Club (film cui si fa subito riferimento, nella primissima puntata) si ritroverà, quindi, ad affrontare vari problemi.

Alcuni seri e altri meno, come è normale che sia, ma tutti vissuti in egual misura emotiva. Grown-ish, infatti, ci racconta di come sia una prerogativa della Gen Z quella di drammatizzare tutto ciò che accade, per renderlo performance, per scaricarne la tensione. E ci racconta, infatti, proprio di come questa tensione che i ragazzi sentono addosso possa essere deleteria per una generazione intera.

Così Aaron deve a tutti i costi far valere i suoi ideali. Luca deve combattere con la sua genialità. Nomi deve affrontare dei genitori bigotti. Ana deve scendere a patti con la sua personalità. Vivek deve far pace con la sua voglia di piacere a tutti e Sky e Jazz devono essere atlete perfette. E poi c’è Zoey, che deve combattere con se stessa e con la necessità di sfatare i suoi miti. Ognuno di loro rappresenta una diversa istanza, legata alla moderna cultura di massa e alla moderna società. Grown-ish, mettendo al centro le identità dei suoi personaggi, racconta perfettamente le luci e le ombre di una generazione costantemente in equilibrio.

Grown-ish

Perciò, se è vero che scrivere una teen comedy è molto difficile e soprattutto è difficile farla apprezzare da tutti, Grown-ish fa un ottimo lavoro in tal senso.

Smaschera tanti pregiudizi e anche molti luoghi comuni sulla crescita e lo fa con disinvoltura. Il linguaggio leggero, divertente e scanzonato non limita per niente il suo vero intento di mandare un messaggio. E il messaggio, anche grazie ad una scrittura diretta, arriva senza dubbio. Grown-ish vuole renderci partecipi degli ostacoli che esistono per tutti, ma che esistono soprattutto per la generazione di Zoey.

La politica, il problema razziale, gli idoli musicali, la sessualità, la consapevolezza del proprio corpo. Sono tutti temi che Grown-ish affronta in maniera delicata e sarcastica ma anche molto coerente e precisa. Zoey e i suoi amici affrontano un mondo difficile, ma anche molto stimolante che può dar loro tanto. E nel micromondo a loro conosciuto, che è quello del college, imparano cosa significa vivere e cosa significa sbagliare. Grown-ish va assolutamente recuperata anche solo per comprendere quanto, anche attraverso una risata, si possa imparare. Imparare a conoscere i propri limiti, imparare a conoscere gli altri, imparare a rialzarsi a testa alta.