7) Manodopera
Questo film diretto dal regista francese Alain Ughetto è stato interamente girato con la tecnica stop motion, in cui alcuni pupazzi in plastilina sono stati fotografati fotogramma per fotogramma. Cesira e Luigi Ughetto, protagonisti del racconto, non sono nient’altro che i nonni piemontesi del regista, fuggiti in Francia in cerca di lavoro e opportunità agli inizi del ’900. Tempi difficili per gli emigrati in terra straniera perché, se da un lato servivano braccia (manodopera, appunto) per lavorare, dall’altro si veniva respinti e discriminati. Una storia neanche troppo superata, in realtà, se pensiamo alle condizioni degli immigrati che giungono sulle coste italiane ogni giorno.
Alain Ughetto ripercorre così le sue radici con gli occhi malinconici e poetici di un nipote che ha sentito la sofferenza dei suoi antenati sulla propria pelle. La pellicola segue il viaggio dei nonni, gli ostacoli incontrati lungo il percorso e la loro nuova vita al di là delle Alpi. Ma la famiglia Ughetto non è di certo l’unica ad aver dovuto abbandonare il proprio paese. E infatti durante questo dolce racconto storiografico prendono forma anche altre persone che, come Cesira e Luigi, sono in cerca della sopravvivenza. A ricordarci che una volta gli immigrati eravamo noi (e in parte lo siamo ancora adesso).
