7 – The Others
Capolavoro di Alejandro Amenábar che vede per la prima volta il punto di vista dei morti e non dei vivi. Suspence, inquadrature cupe e nebbiose, ottima fotografia e una straordinaria Nicole Kidman sono gli elementi che contraddistinguono The Others, uno dei migliori thriller psicologici di sempre.
Un viaggio lungo il dolore e il sentimento, la pellicola riscosse molto successo perchè devia dalle classiche regole dell’horror o del thriller portando lo spettatore in un viaggio introspettivo nella mente di un fantasma, cosa che noi però scopriremo solo alla fine. I fatti si svolgono in una grande magione abitata da Grace Stewart, dai due figli affetti da una strana malattia che li porta a vivere nell’oscurità e dai domestici. La casa pare essere infestata da strane presenze, motivo per il quale la povera Grace è in perenne ansia per i bambini, che vuole proteggere a costo della vita.
Quello che scopriamo sul finale stravolge ogni carta in gioco, noi ci arriviamo piano piano, perchè Amenábar ci lascia solo piccoli indizi, la paura si cela negli occhi di Grace, paura di non riuscire a poeteggere chi ami. Quello che The Others trasmette è una terribile verità: i rumori che sentivano non erano altro che i nuovi padroni della magione, venuti ad abitare dopo la morte della stessa Grace e dei bambini. Quella che vediamo quindi è una storia di fantasmi ma tecnicamente non la è, i fantasmi di cui Grace aveva paura erano loro stessi, che a sua volta spaventavano i nuovi inquilini.
Ho rivisto The Others con gli occhi del fantasma, dopo aver scoperto la verità e fidatevi se vi dico che il film mi è apparso estremamente conturbante e molto più inquietante. Tutte le scene presenti nel film sono volutamente inserite per avere una doppia prospettiva: quella terrena e quella ultra terrena. La scena più bella chiude il film: la nebbia che prima circondava la casa rappresentava la paura della verità e la non accettazione dei fatti, quando però decidono di accettarla la nebbia si attenua, riuscendo finalmente a far entrare la luce.
8 – Il Prescelto
Avete presente quei thriller psicologici che non ti stanchi mai di vedere e che riscopri ogni volta come fosse la prima? il Prescelto, remake di The Wicker Man del 1973, per me è così. Ammetto di avere un debole per i film i cui protagonisti sono streghe e riti satanici, perciò se non dovesse essere il vostro genere vi consiglio di passare al prossimo.
Edward Molus (Nicolas Cage) è un poliziotto in congedo, che ha lasciato il distintivo per via dei sensi di colpa. Un giorno viene ricontattato dalla sua ex moglie, Willow, che lo prega di recarsi in un isola sperduta a largo della stato di Washington per ritrovare la figlia Rowan, scomparsa da qualche tempo e, scopriremo alla fine , figlia dello stesso Edward. Per via dell’affetto che ancora lo lega a lei decide di partire, capendo subito che la comunità in cui si è ritrovato, suo malgrado, è una setta; scopriremo solo alla fine che si tratta di streghe, nonostante ci siano indizi lungo tutta la durata del film che ce lo fanno capire. Marcus inizia a credere che la bambina sia la vittima sacrificale di un rito pagano, indovinate invece chi è il prescelto? proprio Edward, attirato sull’isola con il fine ultimo di sacrificarlo agli dei pagani, bruciandolo vivo sul rogo, fatto appiccare dalla stessa figlia Rowan.
Il finale del Prescelto è organizzato intorno ad una simbologia ben precisa: quella del sesso femminile e maschile, in una comunità dominata da sole donne il sacrificio è quello del sesso contrapposto che deve morire per mano della stessa figlia che ha generato. Nella filosofia pagana dei riti femminili l’uomo viene percepito come mero strumento riproduttivo, una volta fecondata la donna egli può morire.
Il film non riscosse grande successo ma fu apprezzato solo in un secondo momento, per via delle somiglianze e dissonanze che lo lega all’originale; si sa d’altronde che ogni volta che si fa un remake è facile inciampare nella rete dei sanguinosi critici. Il remake ha infatti l’obiettivo di ribaltare il film originale inserendo come santone una donna e non un uomo, che nell’originale era interpretato da Cristopher Lee.