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9 ottimi film horror coreani da recuperare subito

Non diciamo più nulla di nuovo a riguardo. I film horror coreani si sono distinti negli ultimi decenni come pilastri del cinema di genere, apprezzati soprattutto per la loro capacità di unire suspense, profondità emotiva e commento sociale. Questi prodotti, infatti, vanno oltre il semplice effetto orrorifico e conturbante. Esplorano magistralmente anche temi universali come la famiglia, la vendetta, la perdita e l’alienazione, intrecciati poi a solenni dettagli soprannaturali e psicologici. Nello specifico, dunque, l’uso sapiente di luci, ombre e suoni, crea un senso di inquietudine costante senza affidarsi a jump scare esagerati. Non a caso, molti dei film horror coreani descrivono il trauma e l’emozione umana, intrecciando la paura con il dramma. Per trasmettere ancora più fascinazione a chi guarda, inoltre, traggono spesso ispirazione dalla ricca tradizione di leggende e fantasmi, aggiungendo un tocco culturale unico. Tali storie suggeriscono infatti la perenne lotta del Paese contro le questioni sociali più blasonate come le disuguaglianze sociali, il materialismo e la pressione culturale.

Pertanto l’horror coreano ha guadagnato una vasta popolarità internazionale

Questo è accaduto anche mediante la crescita del k-culture generale verso l’Occidente. Le piattaforme di streaming poi, hanno reso questi film più accessibili, aumentando l’interesse verso il loro stile distintivo e le storie avvincenti. Non ci resta dunque che proporvi alcuni tra i più meritevoli e quindi imperdibili film horror coreani degli ultimi tempi. E seppur tutti diversi tra loro, conservano il comune denominatore tipico dei prodotti che possiedono peculiari qualità. In ogni caso, però, va detto che non tutti possono esserne attratti sin dal primo momento. Di fatto, un vero interesse potrà svilupparsi soltanto dopo aver accumulato un’esperienza con la tipologia tale da acquisire validi termini di paragone. Ciò detto, noi ne abbiamo selezionati nove, ma come si dice spesso, da cosa nasce cosa. Quindi mettendone in play uno, sicuramente non potrete resistere poi a gran parte di quelli suggeriti! E a voi, infine, rimarrà l’ultima parola.

1) The Wailing padroneggia il corteo dei migliori film horror coreani

i protagonisti di The Wailing, uno dei migliori film horror coreani
Parliamo di una pellicola che intreccia con sapienza thriller, dramma e investigazione soprannaturale (per voi le migliori serie tv paranormali). Questo genere composito ha il potere di tenere in sospeso dall’inizio alla fine, mescolando paura, curiosità e un profondo senso di inquietudine. Il film infatti esplora temi complessi come la superstizione, la religione, il male e l’ignoranza, mantenendo un alone di mistero fino all’ultimo momento. Diretto da Na Hong-jin nel 2016, The Wailing si svolge in un tranquillo villaggio rurale chiamato Gokseong, che viene improvvisamente sconvolto da una serie di omicidi brutali e inspiegabili. Le morti sono precedute da sintomi strani: le vittime sviluppano un’eruzione cutanea, comportamenti violenti e infine impazziscono, uccidendo chiunque si trovi vicino. Il protagonista è Jong-goo, un goffo e apparentemente mediocre poliziotto locale. All’inizio, la sua indagine sui crimini sembra essere un caso di routine, ma man mano che gli eventi si sviluppano, Jong-goo si trova di fronte a fenomeni sempre più strani e inquietanti. Inoltre, la tensione nel villaggio cresce con la comparsa di un misterioso straniero giapponese, che vive isolato in una casa nella foresta. Alcuni abitanti lo sospettano di essere collegato agli omicidi, specialmente dopo che vengono trovate prove inquietanti nella sua abitazione.

Tuttavia, le cose si complicano quando la figlia di Jong-goo mostra sintomi simili alle altre vittime

Disperato, il poliziotto si rivolge a uno sciamano, Il-Gwang, per esorcizzare la presunta maledizione e salvare sua figlia. Pertanto, mentre il film procede, Jong-goo si trova in un conflitto tra razionalità e superstizione. Non sa di chi fidarsi: dello sciamano, del misterioso straniero o di una donna enigmatica che sembra conoscere la verità. In merito a questo tra i più incisivi film horror coreani, l’intero cast, in particolare Kwak Do-won nel ruolo del poliziotto e Hwang Jung-min come lo sciamano, offre interpretazioni profonde e convincenti. I personaggi non sono eroi perfetti, ma persone comuni che affrontano l’ignoto, tali da risultare ancora più realistici e coinvolgenti. Oltre ai paesaggi rurali e alle scene cariche di suspense poi, il regista costruisce un’atmosfera cupa che avvolge completamente. Gli elementi visivi e sonori lavorano dunque insieme per trasmettere un senso di pericolo incombente. Ma il quid in più glielo concedono quelle domande filosofiche e morali sul male che emergono nello spettatore. Questo, è qualcosa che viene dall’esterno o che cresce dentro di noi? Può essere prevenuto o è inevitabile? Come se non bastasse infine, anche il climax narrativo e il finale sono tra i più memorabili e sconvolgenti del cinema horror moderno. Lo show culmina infatti con un tale intreccio di rivelazioni, che sfidano le aspettative del pubblico e fanno intavolare dibattiti e teorie tra tutti i fan del genere.

2) The Host è la scelta giusta per chi adora i film sui mutanti

una scena del film The Host

Questo tra i più interessanti film horror coreani, è diretto da Bong Joon-ho e combina horror, satira sociale e dramma familiare. La storia segue la famiglia Park, che gestisce un piccolo chiosco lungo il fiume Han. La loro vita viene sconvolta quando un gigantesco mostro mutante, nato a causa dello sversamento di sostanze chimiche tossiche nel fiume, appare all’improvviso e attacca la città. Durante il caos, il mostro rapisce Hyun-seo, la giovane figlia di Gang-du, il protagonista della storia. Ma mentre tutti la credono morta, Gang-du riceve una chiamata che gli conferma che la ragazza è ancora viva, tenuta però prigioniera in una sorta di tana nelle fogne.

Da quel momento, la famiglia si unisce per cercare di salvarla, affrontando non solo il mostro, ma anche il governo e le forze militari, i quali sembrano più interessati a gestire l’emergenza in modo sconsiderato che a proteggere i cittadini. Non dimentichiamo poi che Bong Joon-ho è uno dei registi più influenti della sua generazione, famoso infatti per film come Parasite e Snowpiercer. Pertanto in The Host, dimostra il suo talento nel mescolare generi e nel raccontare storie con un forte impatto sociale. E questa è, non a caso, l’occasione per scoprire un’opera che ha anticipato la sua consacrazione internazionale.

Ma non solo, questo tra i grandi film horror coreani affronta questioni ancora oggi rilevanti

Tra le altre, il mostro è una conseguenza diretta delle azioni irresponsabili dell’uomo, un tema che invita a riflettere sull’impatto ambientale delle nostre scelte. Così Bong mette sotto accusa le istituzioni governative, l’interferenza straniera e l’inefficacia delle risposte burocratiche. E sono proprio questi aspetti a renderlo un prodotto profondamente politico e ancora attuale. Per un film del 2006 poi, gli effetti visivi sono davvero impressionanti! Il mostro è un mix di CGI ed effetti pratici che riescono a creare un’immagine di terrore reale senza mai sembrare artificiosi.

Non mancano inoltre le situazioni ironiche e le battute che alleggeriscono l’atmosfera senza mai togliere serietà alla narrazione. Così come le dinamiche familiari che aggiungono profondità al film, facendo affezionare lo spettatore ai personaggi. Per questi e altri motivi infine, la pellicola ha ottenuto un vero successo di critica e pubblico. È stato infatti proiettato in prestigiosi festival come Cannes e ha riscosso un enorme consenso globale, consolidando il cinema coreano come forza dominante a livello internazionale. Quindi, se sei alle prime armi con il genere, lo show è un punto di partenza eccellente.

3) Se avete voglia di film horror coreani in stile rurale, Bedevilled è la risposta

una scena del film coreano Bedevilled

Si tratta di un film del 2010 diretto da Jang Cheol-soo, che ambienta la storia su un’isola remota della Corea del Sud, un luogo isolato dove vive una piccola comunità. La protagonista, Kim Bok-nam, è una donna che subisce abusi fisici e psicologici sia dal marito violento che dagli abitanti dell’isola, in particolare dalle donne, che la trattano con disprezzo e crudeltà. Un giorno però, arriva sull’isola Hae-won, un’amica d’infanzia di Bok-nam, che lavora in città come impiegata e decide di prendersi una pausa dalla vita frenetica. Tuttavia, Hae-won assiste passivamente agli abusi inflitti a Bok-nam, ignorando le richieste di aiuto dell’amica.

Tuttavia, quando Bok-nam subisce una tragedia che le porta via l’unica cosa che ama, la sua rabbia repressa esplode in un atto di vendetta violenta contro tutti coloro che l’hanno tormentata. Dunque, perché guardarlo? Abbiamo di fronte un racconto che ti coinvolge profondamente nelle emozioni dei suoi personaggi. La sofferenza, la rabbia e il desiderio di vendetta della protagonista, sono raccontati in modo così crudo e diretto che il film provoca una reazione istintiva da parte dello spettatore. La sua trasformazione da vittima a giustiziera, infatti, è emotivamente devastante e catartica.

Dunque viene esplorata, in modo amplificato, la condizione delle donne in una società patriarcale

E la figura di Hae-won, che assiste agli abusi senza intervenire, ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità quando siamo testimoni di ingiustizie. Per questo la pellicola affronta il desiderio di vendetta come risposta a un’ingiustizia profonda, ma pone anche interrogativi sul confine tra giustizia e violenza cieca. Pertanto Bedevilled è un thriller che costruisce una tensione crescente, tale da rendere ogni momento angosciante. E la seconda parte del film, in particolare, è intrisa di una violenza che non è mai gratuita, ma che esplode come una vera liberazione per la protagonista.

Riguardo a quest’ultima, degna di nota è l’interpretazione di Seo Young-hee. L’attrice sa esprimere con profondità la transizione del personaggio da vittima impotente a donna pronta a lottare per il proprio riscatto. La sua performance è così cruda e autentica da legarsi alla perfezione allo stile narrativo. Dunque, se sei pronto ad affrontare una storia che scuote profondamente, questo è il film che dovresti guardare prima possibile.

4) Tra le diverse proposte, anche il found footage merita attenzione

una scena di Gonjiam: Haunted Asylum

Gonjiam: Haunted Asylum è un film horror coreano diretto da Jung Bum-shik e basato su eventi reali legati a uno degli ospedali psichiatrici più famosi e infestati della Corea del Sud: il Gonjiam. Il film è presentato in stile found footage (qui la classifica dei migliori f.f. degli ultimi anni), un formato che simula il recupero e il montaggio di filmati reali. La storia segue un gruppo di youtuber e streamer che decidono di esplorare l’ospedale psichiatrico, per realizzare una diretta streaming e guadagnare visualizzazioni e fama.

L’edificio era stato chiuso molti anni prima, e si diceva fosse infestato dai fantasmi dei pazienti che vi sono morti, ma anche da strani eventi che hanno fatto accumulare leggende e misteri sul posto. Il gruppo è composto da Ha-joon, il leader del gruppo, e i suoi compagni Ji-hyun, Seung-woo, Jung-mi e Soo-jin. Ognuno con un ruolo specifico durante la trasmissione live. Pertanto questi, una volta arrivati nell’edificio con l’intenzione raccogliere materiale per un video virale, iniziano a sperimentare fenomeni inquietanti e inspiegabili.

Gli eventi paranormali diventano poi sempre più intensi e pericolosi

Difatti, la presenza di apparizioni spettrali, porte che si chiudono da sole e altre manifestazioni sovrannaturali, metteranno a dura prova la sanità mentale dei membri del gruppo. Mentre la diretta streaming continua, le cose sfuggono rapidamente di mano. I membri del gruppo si trovano intrappolati in un incubo che li costringe a confrontarsi con le proprie paure più profonde. La ricerca della verità diventa sempre più disperata, mentre la tensione e il terrore aumentano man mano che le forze oscure dell’ospedale sembrano avere il controllo totale. Va da sé, dunque, che questo tra i più sbalorditivi film horror coreani mantenga alta la tensione e il senso di terrore in ogni scena, con un’atmosfera sempre più opprimente.

Ed è proprio l’approccio found footage a rendere l’esperienza immersiva, come se fossimo davvero lì con il gruppo di esploratori. In aggiunta, la combinazione di un’ambientazione claustrofobica, effetti sonori inquietanti e apparizioni spettrali, crea una forte sensazione di paura. In tutto ciò, non per ultima, emerge anche la progressiva perdita di controllo dei protagonisti come aspetto che indaga sulla psicologia umana. Mentre un altro dei messaggi della pellicola, è anche quello relativo all’uso della tecnologia come strumento di esibizione e guadagno che, paradossalmente, porta alla rovina. Pertanto, se sei un amante dell’horror psicologico e dei luoghi infestati, il film è un’esperienza che vale la pena vivere.

5) Tra i classici film horror coreani, A Tale of Two Sisters marca il territorio

una scena di A tale of two sisters

Il film, diretto da Kim Jee-woon, è ispirato a una fiaba tradizionale coreana, ma presenta una trama molto più oscura e psicologicamente tormentata. Segue infatti la storia di Su-mi e Su-yeon, due sorelle che tornano a casa dopo un periodo di recupero in un istituto psichiatrico, in seguito a un trauma familiare. La loro casa è dominata dalla figura della madre di Su-mi, la nuova matrigna delle ragazze, nonché donna dal comportamento inquietante. Su-mi, la sorella maggiore, ha ricordi frammentati del passato e una relazione turbolenta con la madre e il padre. E mentre le ragazze cercano di adattarsi alla vita familiare, iniziano ad accadere eventi strani e spaventosi in casa, come rumori misteriosi, visioni e apparizioni spettrali.

Su-mi diventa dunque sempre più paranoica, sospettando che ci sia qualcosa di oscuro legato alla madre e alla sorella, ma le sue percezioni vengono messe in discussione. La storia si sviluppa attraverso una serie di colpi di scena, tra verità nascoste, inganni e percezioni distorte, fino a un finale sorprendente che svela l’intera verità. A Tale of Two Sisters è quindi un prodotto che non si limita a spaventare con effetti visivi e plot twist, ma lavora sul piano psicologico, creando un’angoscia profonda che cresce costantemente.

La suspense è costruita lentamente, rendendo ogni scena sempre più opprimente e destabilizzante

L’atmosfera gotica della casa, combinata con una colonna sonora inquietante, alimenta il senso di claustrofobia e paura. Ogni angolo sembra infatti nascondere un segreto oscuro, rendendo l’intero film una continua ricerca di risposte. Pertanto, mentre la storia gioca con gli elementi horror tradizionali, Su-mi, in particolare, deve affrontare il suo trauma legato alla morte della madre biologica e alle dinamiche familiari malsane.

La dinamica tra le due sorelle, la matrigna e il padre poi, è così carica di tensione e risentimento, da creare quella grande rete di sospetti che si intreccia con gli eventi paranormali. Non è un caso, dunque, che nel tempo si fosse guadagnato una reputazione al pari di altri cult come il The Ring giapponese. Pertanto, la sua qualità narrativa e l’approccio originale al genere, lo rendono imprescindibile per gli appassionati che vogliono scoprire l’impeto del cinema coreano.

6) Il primo film di una saga rimane sempre il più memorabile

copertina di Whispering Corridors, il primo di una saga di film horror coreani (IMDb)

Whispering Corridors è uno dei film horror coreani diretto da Park Ki-hyeong nel 1998. Il franchise ha avuto un impatto così forte sul genere horror in Corea, da generare una serie di film similari, noti appunto come la saga di Whispering Corridors. Questo è ambientato in una scuola femminile tradizionale e conservatrice, che nasconde segreti oscuri nei suoi corridoi. La storia inizia con l’insegnante Park Eun-young, che scopre un oscuro segreto legato alla morte di una sua ex studentessa, Jin-ju, avvenuta anni prima.

La donna, pertanto, viene misteriosamente uccisa poco dopo aver fatto tale scoperta. Di conseguenza, con la morte di Park, una serie di eventi inquietanti iniziano a scuotere la scuola. Così tre studentesse, Ji-oh, Jae-yi e So-young, cominciano a sospettare che lo spirito di Jin-ju stia infestando la scuola, cercando vendetta contro coloro che le hanno fatto del male. La presenza di un’entità e oscure forze dunque, minaccerà di distruggere fortemente la loro sanità mentale e fisica.

La narrazione di questo tra i migliori film horror coreani, si sviluppa tra flashback e visioni

Il flusso rivelerà infatti che la morte della studentessa è solo la punta dell’iceberg di un mistero più profondo che coinvolge la violenza, l’isolamento e la sofferenza vissuta da molte altre ragazze. Il film esplora dunque la pressione sociale e psicologica delle scuole coreane, con la sua rigida disciplina e le aspettative enormi verso le studentesse. Un altro tema centrale è il peso della colpa e la scuola diventa un luogo in cui il passato e le verità nascoste emergono in modo disturbante. La pellicola, inoltre, non si limita a colpire soltanto con la paura visiva, ma crea un’atmosfera soffocante che cresce gradualmente.

Pertanto, se siete interessato alla cultura coreana, il film vi mostrerà come lì la scuola venga vista non solo come un luogo di apprendimento, ma anche di sofferenza psicologica. I personaggi principali, poi, sono ben sviluppati e il film esplora le loro emozioni, i loro conflitti interiori e le loro paure. Anche Il finale è emozionante e lascia una sensazione di inquietudine che perdura. A tal proposito, la sua atmosfera climatica, unita a un forte contenuto emotivo, lo rendono un’esperienza che lascia il segno.

7) Troviamo I Saw the Devil nel confine tra il bene e il male dei film horror coreani

una scena di I Saw the Devil

Diretto nel 2010 da Kim Jee-woon, il film segue la storia di Kim Soo-hyun, un agente dei servizi segreti coreani, che intraprende una ricerca di vendetta dopo che la sua fidanzata, Joo-yeon, viene brutalmente uccisa da un serial killer chiamato Jang Kyung-chul. Il detective così, dopo aver scoperto l’identità dell’assassino, inizia una caccia spietata nei suoi confronti, ma non per portarlo davanti alla giustizia. Decide infatti di vendicarsi, infliggendo a Kyung-chul la stessa sofferenza che ha subito la sua fidanzata. Soo-hyun non è però motivato solo da una semplice vendetta. Ha in mente un piano complesso e spietato: catturare il killer, torturarlo fisicamente e psicologicamente, liberarlo per poi ricominciare tutto da capo.

La violenza diventa un gioco senza fine, con Kyung-chul che cerca di sopravvivere, mentre Soo-hyun si immerge sempre più nell’oscurità e nella follia. Il film si concentra dunque sul conflitto tra due uomini efferati e tra una vendetta che riesca veramente a portare giustizia e un’altra che invece consuma chi la cerca. Questo, tra i più tesi film horror coreani, analizza anche la psicologia dei suoi protagonisti, mostrando come il male possa essere tanto estremo da spingere una persona a compiere azioni che vanno oltre i limiti umani.

Pertanto la distinzione tra giusto e sbagliato sfuma rapidamente

Soo-hyun, infatti, pur avendo ragioni per odiare Kyung-chul, perde la sua moralità nel perseguire il suo obiettivo. Tuttavia, Saw the Devil è un film che non si limita a essere un semplice thriller di vendetta. La storia è intensa, disturbante (ecco la classifica dei film più disturbanti) e con una trama che ti tiene con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Inoltre, Lee Byung-hun, nei panni di Soo-hyun, e Choi Min-sik, che interpreta Jang Kyung-chul, offrono interpretazioni d’effetto e veraci.

Entrambi i personaggi sono complessi e contraddittori, e gli attori riescono a dare loro una profondità incredibile. Non a caso, Kim Jee-woon è un regista abile nel creare atmosfere che vanno ben oltre il semplice horror. Il suo approccio visivo è elegante, utilizzando la violenza per intensificare il dramma psicologico e non solo per shockare lo spettatore. In definitiva, la trama affascinante e il conflitto morale tra i protagonisti, unito a una direzione e a interpretazioni eccellenti, lo rendono un’esperienza cinematografica che non può lasciare indifferenti.

8) Potevano forse mancare gli zombie all’appello? Certo che no!

copertina di Train to Busan

Train to Busan è diretto da Yeon Sang-ho e si svolge durante un’apocalisse zombie che scoppia in Corea del Sud. La storia segue Seok-woo, un uomo d’affari egoista e distaccato, che sta cercando di riportare sua figlia Soo-an a Busan, dopo che la ragazza ha chiesto di vedere la madre per il suo compleanno. Durante il viaggio in treno da Seoul a Busan, un’infezione misteriosa si diffonde rapidamente, trasformando le persone in zombie furiosi. L’infezione si propaga tra i passeggeri del treno, che si trovano improvvisamente intrappolati in una lotta per la sopravvivenza.

Seok-woo, inizialmente concentrato solo sulla sua salvezza e quella della figlia, si trova presto costretto a fare scelte morali difficili mentre cerca di proteggere anche gli altri passeggeri. Nel treno, si uniscono a Seok-woo e Soo-an altri personaggi: Sang-hwa, un uomo di buon cuore che cerca di proteggere sua moglie, e Yong-suk, un altro passeggero che si comporta in modo impulsivo e pericoloso.

La tensione aumenta mentre i passeggeri combattono contro gli zombie e le loro stesse paure

L’umanità è messa alla prova in un ambiente claustrofobico dove la morte è sempre dietro l’angolo. Un tema centrale del film è il sacrificio. Man mano che la trama si sviluppa, i personaggi devono prendere decisioni secondo cui la sopravvivenza personale cede il passo alla salvezza degli altri.

Il film esamina come la paura e la disperazione possono portare le persone a comportamenti estremi, sia nel bene che nel male. Pertanto molti personaggi sono costretti a compiere azioni che rivelano la loro vera natura, dimostrando che, anche di fronte a un’apocalisse, l’umanità può prevalere. Le scene d’azione sono quindi piene di suspense e adrenalina, con una tensione crescente che ti tiene incollati allo schermo.

Train to Busan, tuttavia, non si limita a offrire soltanto un puro intrattenimento splatter

Il film ha una componente emotiva molto forte, che coinvolge il pubblico nel destino dei suoi personaggi. Questi ultimi, infatti, sono ben scritti e facili da identificare. Ognuno ha motivazioni e obiettivi propri e la loro evoluzione nel corso del film è dinamica. L’ambientazione del treno, poi, è innovativa e crea un senso di claustrofobia che intensifica la paura.

Essendo intrappolati in uno spazio relativamente ristretto, i personaggi devono affrontare non solo gli zombie, ma anche le difficoltà di muoversi attraverso i vagoni. Tuttavia, nonostante la violenza e il caos dell’infezione zombie, il film offre comunque un messaggio di speranza, mostrando che anche in tempi bui, l’amore e il sacrificio possono vincere. Tanto che il finale tanto commovente quanto drammatico, lascia un impatto di gran lunga duraturo.

9) Tra i celebri film horror coreani rientra una delle opere di Park Chan-wook

Thirst segue Sang-hyun un prete cattolico che si offre come volontario per un esperimento medico per aiutare a curare una malattia mortale. Tuttavia, durante l’esperimento, Sang-hyun viene infettato da un misterioso virus che lo trasforma in un vampiro. La sua vita cambia radicalmente mentre lotta con la sua nuova natura e il suo desiderio insaziabile di sangue umano. Sang-hyun torna dunque a casa, dove si rifugia presso la famiglia di una vecchia amica, Tae-ju. Lei è una donna sposata che vive in un ambiente opprimente con un marito violento e una suocera tirannica. Mentre Sang-hyun cerca di resistere alla sua nuova sete, la sua attrazione per Tae-ju cresce, e tra i due nasce una relazione passionale e pericolosa. Il film si sviluppa così attorno alla crescente lotta interiore di Sang-hyun tra la sua fede religiosa e il desiderio di sangue.

E mentre anche Tae-ju si lascia andare alla sua stessa sete di potere e libertà, il loro legame si trasforma in qualcosa di morboso che porta entrambi a compiere atti che li spingono sempre più lontano dalla redenzione. La trama esplora dunque la moralità e i limiti del sacrificio, con i protagonisti che affrontano le proprie colpe e desideri in un contesto di crescente violenza e disperazione.

La trasformazione di Sang-hyun in vampiro simboleggia un passaggio dalla purezza alla corruzione

Thirst offre dunque una visione fresca e unica del mito del vampiro (trovate qui le migliori serie sui vampiri), esplorando non solo la sete di sangue ma anche le implicazioni etiche e psicologiche di tale trasformazione. Il vampirismo in questo film non è solo una questione di mostri, ma di desideri umani e lotte interiori. Ed essendo Park Chan-wook un maestro nell’uso del colore e della fotografia, lo show cattura anche per la sua bellezza estetica.

Le scene di sangue e violenza sono stilizzate in modo da creare un contrasto tra bellezza e orrore. In conclusione, la narrativa di Thirst, così ricca di ambiguità, spinge lo spettatore a riflettere su temi come la redenzione, il desiderio, la colpa e la natura umana. E se anche voi volete perdervi nella lotta di Sang-hyun tra la sua fede e il conflitto con il peccato, questa creazione è un must-see.

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