6) Memento (2000, Christopher Nolan)
Prima ancora che Nolan diventasse sinonimo di “film cerebrale”, Memento ridefiniva il concetto di montaggio e narrazione. La sua storia al contrario ci conduce all’inizio della fine – o alla fine dell’inizio? – con un protagonista che scopre di essere il vero artefice della sua tragedia. Quando Leonard si inganna da solo per poter continuare a vivere con uno scopo, lo spettatore si rende conto di aver assistito non a una storia di vendetta, ma a una condanna volontaria. Quei cinque minuti finali chiudono il cerchio, lasciando un sapore amaro e una domanda: e se anche noi ci raccontassimo solo quello che vogliamo ricordare?
7) Vanilla Sky (2001, Cameron Crowe)
Un sogno dentro un sogno, dentro un incubo. Il finale di Vanilla Sky è un trip metafisico dove realtà e illusione si confondono fino all’estremo. Tom Cruise affronta se stesso, i suoi errori, e deve scegliere se restare in un limbo rassicurante o tornare alla realtà, con tutto il dolore che comporta. “Open your eyes” è l’ultima frase. E lo spettatore, insieme a lui, si sveglia. Forse. I cinque minuti finali sono pura filosofia visiva, e chiudono un film imperfetto, ma con un cuore potentissimo. Vanilla Sky ha di certo un finale clamoroso.
8) The Prestige (2006, Christopher Nolan)
Ancora Nolan, ancora un finale che ti fa rimettere in discussione tutto. The Prestige gioca con lo spettatore fin dall’inizio, ma è solo negli ultimi istanti che rivela la vera posta in gioco: l’ossessione per il trucco perfetto, pagata con un prezzo disumano. Il sacrificio, la vendetta, la rivalità: tutto converge in una serie di immagini e rivelazioni che cambiano il senso dell’intero film. Ogni dettaglio era lì, sotto i nostri occhi. Ma solo alla fine vediamo davvero. E la magia, stavolta, non è una bugia. Un finale clamoroso senza dubbio.
