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Call My Agent Italia 3×01/3×02- Una serie che sa come ricominciare

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Novembre non è mai stato il mio mese preferito, ma quest’anno aveva tutta l’aria di volersi redimere. Da spettatrice seriale quale sono, l’ho cominciato avendo in mente almeno tre o quattro titoli in partenza che avrebbero addolcito queste prime fredde sere d’autunno nel Nord Italia in cui vivo. Una delle mie attese è giunta a conclusione ieri sera – venerdì 14 novembre – con mia profonda trepidazione prima e mia profonda soddisfazione dopo la visione. Call My Agent Italia, remake nostrano della francese Dix Pour Cent, è finalmente tornata.

A un anno e mezzo dalla seconda, i primi due episodi della terza stagione di Call My Agent Italia sono sbarcati su Sky Serie e non hanno deluso le aspettative. La serie è tornata con la sua struttura classica, sei puntate distribuite due alla volta nell’arco di tre settimane. Una fruizione che mi ricorda un po’ quella delle serie americane che guardavo da bambina e che riempivano così la prima serata televisiva, lontana sia dal binge watching tutto e subito che dal singolo episodio che sembra sempre troppo poco. Mi piacerebbe farla durare di più, dandole almeno 8 puntate? Sì. Eppure credo anche che questa struttura la renda come una scatola di cioccolatini davvero buoni, da mangiare senza ingordigia e godersi poco alla volta. E onestamente io questi primi due episodi me li sono goduti tutti.

Call My Agent Italia: la leggerezza che va oltre il peso della morte

Credits: Sky

La terza stagione di quella che non fatico a definire una delle serie italiane più interessanti e piacevoli degli ultimi anni portava il peso di un cambio di rotta obbligato ancora prima di arrivare sugli schermi. La morte di Marzia Ubaldi, volto di Elvira – uno tra i personaggi più amati e senza dubbio il più irriverente della serie, caratterizzata dal menefreghismo di chi ha alle spalle una vita lunga vissuta per davvero – ha avuto ovviamente delle ripercussioni sul racconto. Prima di cominciare la visione mi sono chiesta cosa sarebbe successo, come sarebbe stata portata sullo schermo. Come si parla di morte in una serie che fa dell’ironia e della leggerezza il suo stile narrativo? E soprattutto, come si fa quando è conseguenza di una morte vera e realmente dolorosa?

La terza stagione di Call My Agent Italia dà una risposta a queste domande nei suoi primi cinque minuti. Una risposta chiara e paradossalmente semplice: ci si mantiene fedeli a se stessi, senza mai perdere la propria essenza. Il primo episodio si apre in spiaggia, lontano dalla sede della CMA, con la lettura delle ultime parole dedicate da Elvira alle persone che l’avevano accompagnata in una vita lavorativa più che mai fusa con quella personale. C’è l’agenzia al completo, c’è Corrado Guzzanti – il mio cameo preferito – e ovviamente c’è Luana Pericoli, che non poteva mai mancare. Un addio dolceamaro, di quelli che riescono a far sorridere. Ma soprattutto, un addio che non è solo una piccola parentesi di un personaggio da dimenticare.

La morte viene inglobata nel racconto e dà il La alle vicende della nuova stagione.

Prima ancora di trovare un nuovo equilibrio tra soci, il primo episodio di Call My Agent Italia 3 vede Lea, Vittorio e Gabriele darsi battaglia per decidere chi sarà il nuovo capo della CMA. Come? Accaparrandosi il protagonista di puntata: “il pupillo” di Elvira, Luca Argentero. L’unico piccolo problema tecnico è che Luca Argentero non ha alcuna voglia di continuare a lavorare. È stanco dei set, delle persone che lo assaltano ovunque, e soprattutto vuole passare più tempo con la sua famiglia. E allora eccoli lì, i nostri agenti che provano a ribaltare la situazione. Ognuno lo fa a modo suo, chi con i ruoli, chi con i soldi, chi proponendo nuove possibilità ibride – sta ai veri fan di Call My Agent Italia associare l’agente alla modalità. Sono ancora loro, in una serie con un grande vuoto ma con il piglio di sempre.

Gabriele, Massimo e Lea in una scena di Call My Agent Italia 3
Credits: Sky

Da una parte Luca Argentero – titolo dell’episodio – ci permette di rientrare nelle dinamiche consuete tra i protagonisti di Call My Agent Italia. Dinamiche fatte di non detti personali e professionali che tutti vogliono far rimanere tali. Dall’altra parte però dà spunto ai protagonisti e a noi di porci un paio di domande tipiche del mondo contemporaneo. Viviamo per lavorare o lavoriamo per vivere? E quante volte ci perdiamo nel perseguimento di obiettivi che non sono i nostri, dimenticando ciò che vogliamo davvero? Eccola, la forza di questo gioiellino di serie tv: la capacità di dare degli spunti a ognuno di noi, persone normali, attraverso le vicende di persone che per noi normali non sono, ma che la serie ri-umanizza pienamente. Ah, quanto mi era mancato questo ciclo perfetto.

A proposito di umanizzazione, la seconda puntata continua a seguire questa scia.

Anzi, ci fa uno dei regali più belli che una serie come Call My Agent Italia possa fare: una valanga di volti noti che arrivano quando meno te lo aspetti, nella più totale scioltezza. Perché in un’agenzia che gestisce persone famose, la fama è la normalità. Nicolas Maupas spunta come un fungo negli uffici della CMA e – proprio come era stato per il suo ex compagno di cella Massimiliano Caiazzo – è palese il fatto che lo vedremo ancora. Elia Nuzzolo e Matteo Giuggioli arrivano e con un entro-spacco-esco-ciao ci ricordano che Hanno ucciso l’Uomo Ragno è stata un capolavoro del quale non vediamo l’ora di vedere la seconda stagione.

Questi volti condiscono il racconto delle protagoniste di puntata Michelle Hunziker e Aurora Ramazzotti. Due donne che ironiche e autoironiche lo sono sempre state, ma che qui fanno un ulteriore passo in più. La dinamica madre-figlia diventa il fulcro di una sorta di metanarrazione in cui ciò che temono di fare – un progetto che le vede protagoniste insieme – non è poi molto diverso da ciò che hanno effettivamente fatto prendendo parte alla puntata. Realtà e fiction si fondono in una trama in cui il tema dell’Essere figlia di lascia spazio alle insicurezze di una persona che ha sempre sentito di dover dimostrare più degli altri. E ancora, a ciò che mamma e figlia sono disposte a fare l’una per l’altra: praticamente qualsiasi cosa.

Gabriele e Lea con Michelle Hunziker e Aurora Ramazzotti nella seconda puntata di Call My Agent Italia 3
Credits: Sky

L’ho detto e lo ripeto: Call My Agent Italia 3 è partita bene e credo che abbia tutte carte in regola per continuare meglio.

Il trailer della stagione ci ha già dato un assaggio dei volti che vedremo nelle prossime puntate. Personalmente attendo con ansia il cast di Romanzo Criminale per vedere due delle mie serie italiane preferite una dentro l’altra come una matrioska. A prescindere dai prossimi protagonisti però, Call My Agent Italia si è dimostrata capace di non snaturarsi anche quando le condizioni sono avverse. È una serie in lenta ma continua evoluzione, cambia poco alla volta ma nessun episodio lascia la situazione esattamente uguale a come l’aveva trovata.

A volte non c’è bisogno di colpi di scena incredibili o giri di trama supersonici: bastano i piccoli cambiamenti costanti della vita. Agli albori della terza stagione nessun personaggio è esattamente come lo avevamo conosciuto all’inizio della prima. Baronciani è più umano, Lea ha messo da parte la cattiveria senza perdere personalità e decisione, Gabriele è più maturo. Elvira ha lasciato un gruppo più forte e più unito di quello che avevamo conosciuto, anche se questo non significa neanche lontanamente assenza di conflitto. Anzi: i primi due episodi della stagione ne prospettano almeno altri tre o quattro pronti a esplodere. Ma non sono poi questi a caratterizzare le migliori famiglie?

Non mi resta che aspettare i prossimi due episodi come aspetto il cenone della Vigilia di Natale: pronta a vivere i litigi della mia famiglia, consapevole del fatto che alla fine torneremo ad amarci come prima.