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Behind the Series – Da strana sit-com a cult drama: la storia della nascita di Better Call Saul

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“L’abbiamo venduta a Sony e AMC senza sapere cosa fosse”. Così Vince Gilligan, storico creatore di Breaking Bad, parlò qualche anno fa a proposito della genesi d Better Call Saul. Sorprende un po’, vista la straordinaria meticolosità con cui è stato curato ogni dettaglio all’interno della serie, ma tant’è: prima di dare vita allo straordinario spin-off che abbiamo guardato, c’era molta confusione a proposito della natura che avrebbe dovuto assumere la serie.

Sorprende ancora di più se si considera che l’idea di Better Call Saul non fosse certo nata da un giorno all’altro.

Il punto d’origine, infatti, risale addirittura al 2009. In quel momento, Breaking Bad era in onda da appena due anni, non aveva ancora ottenuto il successo che oggi ricordiamo e si sarebbe poi conclusa nel 2013. Lo spin-off, invece, avrebbe visto la luce nel 2015. Sei anni più tardi. Saul Goodman era comparso in scena per la prima volta pochissimo tempo prima, e la sua genesi aveva peraltro creato diversi problemi sul piano produttivo. Il tandem composto da Vince Gilligan e Peter Gould, tuttavia, aveva già l’idea di espandere l’universo narrativo intorno al suo personaggio. Sembra semplice pensarlo ora, ma al tempo fu una grandissima intuizione: Saul era stata una delle figure più apprezzate di Breaking Bad, ma bastava questo per prospettare un futuro da protagonista assoluto, possibilmente all’altezza di Walter White?

No, affatto. Saul, pur dotato di una notevole forza drammatica, sembrava essere un personaggio d’alleggerimento, una variazione sul tema capace di arricchire la narrazione con un’imprevedibile nota di colore.

Nessuno, in quel momento, avrebbe prospettato il futuro che il personaggio ha poi vissuto attraverso la presentazione del suo passato. Al punto da generare un bug che suona persino strano, alle orecchie di chi ha ammirato Better Call Saul negli ultimi anni: a un certo punto, infatti, si era valutata seriamente l’idea di dare vita a una sorta di legal comedy. Una comedy sui generis, per carità, ma una comedy vera.

Niente di scioccante, se si contestualizzano le premesse.

La spinta umoristica di Breaking Bad, spesso sforata in un campo associabile a quello delle comedy, costituisce uno degli elementi di forza della serie. Ricordate la famigerata scena della pizza? Ne parlammo in un pezzo a parte, associandola a un altro drama che ha usato sapientemente lo humour, I Soprano. Con una risposta: quando si combinano comedy e drama con tale efficacia, un po’ come ha fatto con ancora più audacia la successiva Succession, si creano le premesse per un racconto sfaccettato e dall’efficacia inedita. Se poi si aggiunge il fatto che Bob Odenkirk sia uno straordinario attore comico, prestato alle comedy (e potremmo dire altrettanto a proposito di Bryan Cranston e di diversi altri membri del cast), la “scioccante” rivelazione assume un senso differente: Better Call Saul aveva la struttura e le potenzialità per diventare una grande comedy. Con ogni probabilità, una delle migliori comedy del decennio.

Ma come avrebbero strutturato Better Call Saul, se fosse stata una comedy?

Lo rivelò lo stesso Gilligan, nel corso di un intervento all’ATX Television Festival: “Pensavamo che potesse essere una sitcom di mezz’ora. Pensavamo di copiare il dottor Katz . Settimana dopo settimana, alcuni famosi comici si sarebbero presentati con i loro problemi legali. Ma non avevamo idea di come si scrivesse una comedy vera e propria”.