Vai al contenuto
Home » Behind The Series

Behind The Series – Ripley e la modernizzazione del bianco e nero nella serialità contemporanea

ripley
Questo articolo Premium è disponibile con un abbonamento a Hall of Series Discover , senza pubblicità e su una sola pagina.

Questo articolo Premium è disponibile con un
abbonamento a Hall of Series Discover
, senza pubblicità e su una sola pagina.

Il seguente articolo contiene SPOILER su Ripley.

Ripley, uno dei più sorprendenti successi in casa Netflix, è una perla molto rara. La serie racconta una storia nota al pubblico, è infatti la trasposizione seriale de Il talento di Mr. Ripley, celebre romanzo di Patricia Highsmith già adattato al cinema. La serie fa una scelta ben studiata e decide di servirsi del bianco e del nero per tutta la narrazione. Si tratta di un elemento importante, spesso sottovalutato o ormai non troppo apprezzato. Un elemento utile per indirizzare la narrazione verso una strada ben precisa. Ripley sfrutta tutta una dietrologia interessantissima che va a toccare l’arte, la storia del cinema e dell’Italia degli anni Sessanta. Tutto ciò servendosi di un tema sempre meno comune nella serialità moderna: il caro vecchio bianco e nero.

L’uso del bianco e nero in Ripley ha molteplici valori, tutti dettati da un’esigenza narrativa di fondo

Ripley (640x360)
Tomas Ripley

Innanzitutto, ciò che balza immediatamente all’occhio è che l’utilizzo del bianco e nero vuole motivare una scelta estetica. Grazie al b/w lo spettatore può dare maggiore attenzione ai dettagli e all’estetica generale del prodotto. La regia di Ripley riserva ampio spazio alla contemplazione di luoghi e oggetti, tra cui per esempio il posacenere che il protagonista acquista al negozio di antiquariato. Quando Tom Ripley si trasferisce in uno splendido appartamento nel cuore della Roma degli anni Sessanta, il suo primo pensiero è superficiale ai fini della trama. Ripley acquista dei vinili di Mina e un bel posacenere in cristallo, che diventerà l’arma del delitto nell’omicidio di Freddie Miles. Oltre a questo, la regia si concentra spesso sui dettagli raccontandoci qualcosa del protagonista

Per esempio, ogni volta che questi svuota le proprie tasche o esce di casa, la macchina si concentra sugli oggetti di valore rubati a Dickie dopo la sua morte. L’anello, il portafogli e l’orologio appartengono a un rituale che riassume una caratteristica ben precisa del protagonista, la sua fissazione per l’estetica, per il bello ma anche per il denaro e per il potere. In questo senso, l’uso del bianco e nero facilita lo spettatore nel riconoscere l’importanza di tali scelte registiche, che con il colore avrebbero perso non solo in efficacia, ma anche in termini di estetica. Il b/w è un fedele compagno del voyeurismo cinematografico: laddove l’occhio viene ingannato dall’assenza di colori, lo stesso ha la possibilità di spaziare e dare margine all’immaginazione.