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La classifica dei 5 film più belli di Hayao Miyazaki

Dover scegliere tra i film più belli di Hayao Miyazaki è una forma di tortura. Ognuno dei 10 film diretti dal maestro è unico a modo suo, ognuno si fa portavoce di un messaggio ripreso da altri film e ampliato o sviscerato per la prima volta. Questi film d’animazione sono infatti capaci di trasportarci in altri mondi grazie alla loro bellezza surreale e incantata, ma al contempo di farci riflettere. I film di Hayao Miyazaki nascondono verità e magia.

Ognuno dei film scelti per essere inseriti in questa classifica ha un motivo e si pone come rappresentate di una sottocategoria.

5) Kiki’s Delivery Service

Kiki – Consegne a Domicilio è forse uno, se non il più sottovalutato film di Hayao Miyazaki. Ecco perché meritava uno spazio tutto suo, perché questo anime è tutt’altro che scontato: è un vero e proprio coming of age, una storia più lineare e pacata di tante altre, ma che non solo lascia una sensazione di benessere alla fine della visione, ma anche importanti lezioni sull’indipendenza, i cambiamenti, la ricerca di legami solidi, la solitudine.

Kiki è una giovane strega che, come da tradizione, compiuti tredici anni deve lasciare la casa dei genitori e in sella alla sua scopa e con la sola compagnia del gatto nero Jiji trovare un posto che sia proprio e lì svolgere un’attività in quanto strega del villaggio che possa tornare utile alla comunità. Ma ben presto si accorge che la vita lontana da casa non era esattamente come l’aveva immaginata e – iniziando a perdere fiducia in se stessa – anche i suoi poteri iniziano a svanire.

Sotto tutta la leggerezza, rappresentata dal volo libero sulla scopa della protagonista, fa capolino un male di vivere che sempre attanaglia i personaggi dello Studio Ghibli. Ed è proprio per la profondità psicologica di Kiki che questo film è così speciale. Miyazaki cala in un contesto favolistico e metaforico un personaggio assolutamente reale nel suo porsi nei confronti del mondo e di se stessa.

4) Porco Rosso

hayao miyazaki

“Meglio porco che fascista.”

E con questa frase, Porco Rosso ci ha conquistati immediatamente. Ma non è tutta qui la bellezza di questa storia. Commovente e speranzosa, la trama di Porco Rosso ruota intorno a Marco Pagot, un pilota dell’aeronautica che in misteriose circostante viene trasformato in maiale. Dopo aver vissuto la Prima Guerra Mondiale, dopo aver visto morte e distruzione, decide di ritirarsi sulla costa dalmata abbandonando anche la vita mondana. Un atteggiamento nichilista pervade il protagonista fino al suo incontro con Fio, giovane apprendista meccanico con il sogno di volare. Ed è proprio questo uno dei temi cardine del film e di tutta la produzione del maestro: il volo. L’ergersi sopra le terre che pullulano di meschinità e materialismo, librarsi in una immensa distesa azzurra.

Ecco che vediamo la grande dicotomia di Porco Rosso. Da una parte c’è il cielo, simbolo di libertà e di emancipazione dell’uomo da tutto ciò che lo tiene ancorato a terra. Ma dall’altra c’è quel peso, quella sofferenza e quella malinconia esistenziale che spesso attanaglia i personaggi di Miyazaki.

Questo film non è solo poetico e avvincente, ma fu anche il manifesto del pensiero ideologico del suo autore, che denuncia gli orrori della guerra e del fascismo.

3) Il Castello Errante di Howl

Quando la protagonista Sophie viene trasformata dalla Strega delle Lande in un’anziana signora, questa scappa verso le Lande Desolate. Qui trova rifugio presso il castello del mago Howl: una sorte di contenitore, l’essenza di Howl stesso. Ma per conoscere davvero Howl, Sophie dovrà smantellare pezzo dopo pezzo la fortezza nella quale il giovane si rifugia, mentre la guerra imperversa intorno a loro.

Il Castello Errante di Howl ha un po’ tutto ciò che a un film si possa chiedere: amore, magia, guerra, dolore e gioia. Questo anime sviluppa in realtà temi presi anche da altre produzioni di Hayao Miyazaki, fondandole insieme e condendole con un’ambientazione davvero onirica e mozzafiato. L’eterno conflitto tra bene e male, guidato da uomini potenti, fa da sfondo alla vicenda di Sophie. Ma anche in questo film, come in altri, il confine diventa labile: Howl è buono sì, ma il suo animo è parzialmente corrotto; la vecchia Strega delle Lande è crudele, ma alla fine finisce per essere null’altro che una vecchina in cerca di aiuto. Mentre la guerra non guarda in faccia nessuno e distrugge tutto quello che tocca. Eppure, Sophie – timida e insicura – riscopre un coraggio e una determinazione che non pensava di avere, guardandosi attraverso gli occhi di uno stregone temuto e solo. Così l’amore riesce a svelare ciò che si cela dietro le apparenze.

2) Principessa Mononoke

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Arriviamo a uno dei capolavori di Hayao Miyazaki, dove il conflitto uomo-natura occupa la posizione di protagonista indiscusso della storia. La tematica ambientalista è una costante in quasi tutte le produzioni dello Studio Ghibli, ma in Principessa Mononoke assume connotati brutali perché reali. E ancora una volta, gli uomini combattono una guerra fratricida per le risorse, ognuno spinto dal desiderio di potere, dalla vendetta, ma anche dalla voglia di proteggere la propria gente avanzando verso un futuro migliore. Ma senza armonia tra natura ed esseri viventi, nessun futuro può esserci.

Il giovane Ashitaka, dopo esser stato maledetto, parte alla ricerca di una cura. Ma durante il viaggio diventa il punto di contatto tra il mondo degli uomini e quello della natura. La Principessa Spettro, cresciuta con i lupi e più vicina a essi che ai costumi degli esseri umani, combatte instancabile insieme al suo branco contro la signora Eboshi, padrona dalla Città del Ferro che prosegue la sua opera di disboscamento, fino a giungere presso i boschi sacri, per poter estrarre il ferro.

Principessa Mononoke è un grido quasi disperato, ma anche di speranza. E la speranza è rappresentata da Ashitaka, unico che cerca sempre di metter pace tra le fazioni e dalla natura che – se anche in una forma diversa da quella originale – torna a regnare, comprendo con un manto verde la devastazione.

1) La Città Incantata

Al primo posto il film vincitore anche del premio Oscar, La Città Incantata. Ma non è perché ha ricevuto un premio internazionale che questo anime merita la prima posizione. La sua storia perfettamente costruita, i suoi personaggi, da quelli più ambigui a quelli più puri, e il background davvero incantato hanno reso Spirited Away uno dei migliori film d’animazione di sempre.

Chihiro è una bambina di dieci anni che si introduce senza rendersene conto, insieme ai genitori, in una città incantata abitata da yōkai (spiriti). Ma mentre Chihiro, molto più perspicace dei genitori, sembra notare subito qualcosa di strano, gli adulti si fanno abbindolare dalla brama di prendere sempre più e per questo vengono trasformati in maiali. La piccola quindi, con l’aiuto di Haku, farà il possibile per salvarli.

Restiamo davvero incantati dal contesto mistico, tradizionale, onirico. Eppure, ancora una volta il fulcro della storia è proprio la demistificazione. Lo svelamento della realtà per com’è davvero sotto l’apparenza. Il film è un continuo scavare in profondità, anche interiore. Uno scavare nei propri ricordi, nei propri valori e dei propri obiettivi. Ma ancora una volta, questo rivelazione avviene grazie a una ragazzina che con la sua purezza non cede alle lusinghe dei beni materiali, ma va dritta all’essenza delle cose e delle persone.