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Una recensione senza spoiler di Beastars, un anime che merita tutta la vostra attenzione

Beastars è una serie anime prodotta a partire dal 2019 e che, per ora, in attesa della terza, può contare di due stagioni da dodici episodi l’una che potete reperire attualmente su Netflix. Tratta direttamente dalle pagine dell’omonimo manga di Paru Itagaki, questa serie dalle atmosfere cupe e thriller e con una forte componente sentimentale si ambienta, in maniera abbastanza peculiare per un anime, in un mondo dove vivono degli mammiferi antropomorfi e in cui i predatori e le prede convivono in una società complessa e dall’equilibrio precario. Se leggendo queste poche righe avete subito pensato all’ambientazione di un un altro prodotto d’animazione, questa volta Disney, ossia Zootropolis (in originale Zootopia) non vi è da stupirsi: tuttavia, leggendo la nostra recensione si questa serie animata, capirete in realtà come i due prodotti, pur avendo alcuni punti in comune, presentino una poetica e dei contenuti radicalmente differenti. Ma di cosa tratta nello specifico Beastars? E perché dovreste dargli una possibilità, qualora non lo abbiate ancora fatto?

Per scoprirlo, vi lasciamo ora alla nostra recensione, rigorosamente senza spoiler, di Beastars, un anime davvero intrigante e che meriterebbe davvero più risalto.

Beastars

La trama di Beastars segue da vicino la storia di Legosi (o Legoshi), un lupo riservato e gentile, nonostante il suo aspetto temibile, che frequenta la Cherryton Academy, una scuola per animali antropomorfi, dove, a inizio della serie, di consuma un efferato e misterioso omicidio: l’alpaca Tem viene infatti brutalmente ucciso e divorato. L’evento sconvolge gli equilibri della scuola e mette in luce le tensioni tra le diverse specie, creando un inevitabile clima di sospetto, di pregiudizio e di paura tra i suoi alunni adolescenti, che si destreggiano nelle tipiche dinamiche di prodotti “teen“, tra amori, lotte per la popolarità e ricerca di sé. Con il procedere degli episodi, Legoshi si trova sempre più coinvolto in questa oscura vicenda e, più avanti con la storia cerca di scoprire la verità che si cela dietro l’omicidio, mentre si relaziona con i suoi compagni, tra cui il popolare cervo Louis e mentre tenta di controllare i suoi crescenti istinti da lupo e la sua attrazione nei confronti di Haru, una coniglietta bianca nana, lontana dal suo mondo.

Sin da subito con le sue atmosfere cupe, ma anche affascinanti, Beastars manifesta il suo desiderio di trattare tematiche adulte e mature, distaccandosi dai più classici prodotti per ragazzi e per puntare a parlare nella complessità dell’animo umano e tutte le sue contraddizione interne avvalendosi, quasi paradossalmente, di personaggi animali, che riescono bene a rappresentare le estremizzazioni della nostra natura. La serie affronta senza paura una serie di tematiche profonde che vanno da quella della ricerca di una propria identità a quella dell’accettazione di sé, dando anche particolare risalto alla relazione che vi può essere tra eros e thanatos, l’amore, l’attrazione e la violenza. Tramite il personaggio di Legoshi, un lupo gentile ma con un potenziale di ferocia che rischia di scatenarsi a causa di un retaggio atavico, la serie indaga sul concetto di “demone interiore“, che risiede nell’animo umano, mettendo in luce le insicurezze e le paure che possono influenzare le nostre azioni, ma che portano l’amore e l’affetto a mischiarsi inevitabilmente a un desiderio carnale che potrebbe rispondere più alla fame che ad altro. Sicuramente una tematica complessa e particolarmente delicata, che viene affrontata poco per volta, ma che non sempre soddisfa completamente.

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Proprio a partire da questo presupposto, l’aspetto più interessante della serie è vedere come prede e predatori finiscano per interfacciarsi tra loro e notare le dinamiche sociali che ne conseguono.

C’è chi come Legoshi deve cercare di placare i propri istinti, grazie a una grande forza di volontà ma anche chi, pur atteggiandosi a grande stella, deve convivere con una debolezza e arrendevolezza di fondo tipica della propria natura da erbivoro, che ne determina fortemente gli atteggiamenti nei confronti degli altri.

A fare da motore della serie, soprattutto nelle sue prime battute, vi è infatti una forte componente sentimentale e romantica. Un’ambientazione suggestiva e le peculiari relazioni tra i protagonisti della storia, però, non basterebbero da sole a rendere sufficientemente intrigante la serie tanto da far venire voglia allo spettatore di proseguire la sua visione: a mantenere il filo conduttore soprattutto nella seconda stagione (dopo una prima che si occupa principalmente di presentare i personaggi e le dinamiche ad essi collegate) vi è una buona componente mystery-thriller con tanto di elementi che virano nel noir. Man mano che la storia si sviluppa, veniamo introdotti a una serie di indizi e sospetti che alimentano il desiderio di scoprire la verità sul caso e, in generale, sul dipanarsi delle storie dei protagonisti: non mancano colpi di scena, false piste e nuove teorie che spingono gli spettatori a compartecipare emotivamente con essi. Da questo punto di vista, la serie riesce infatti ad alimentare un clima di suspence e di di tensione, lasciando in più occasioni lo spettatore con il fiato sospeso.

Nonostante i presupposti intriganti e i cambiamenti nello status quo, è innegabile che Beastars non presenti un ritmo incalzante in tutta la sua durata: soprattutto nelle sue fasi inziali, la serie procede lentamente e alcune puntate potrebbero rischiare di annoiare uno spettatore non preparato!

Se si considera però l’aspetto tecnico della serie, risulta difficile rimanere impassibili: lo Studio Orange infatti ha conferito alla serie un’identità immaginifica davvero peculiare alla serie fondendo animazioni 2D con un ampio uso di CGI e lavorando direttamente con la motion capture: il risultato è quasi unico nel suo genere e, sebbene all’inizio richieda del tempo per essere assimilato dallo spettatore, che deve quindi avere il tempo per abituarsene, il risultato finale è davvero sorprendente. A rendere ancora più accattivante l’atmosfera respirata e a conferirle un alone inquietante ci pensano inoltre le scelte nell’uso dei colori e delle luci, che creano scene davvero molto poetiche e suggestiva. Perfino la opening delle prime dodici puntate è un grande esempio di sperimentalismo: trattasi di una sigla realizzata in stop-motion, una tecnica solitamente poco associata al mondo nipponico ma che crea un’atmosfera davvero suggestiva anche grazie a una fantastica canzone. La colonna sonora di Beastars, d’altra parte, è altrettanto notevole: le tracce musicali si adattano perfettamente alle scene e riescono bene a incorniciare le scene e a caratterizzare al meglio i vari personaggi della storia.

Lungi dall’essere perfetta a causa di un ritmo non sempre incalzante e di una non sempre ottima gestione di personaggi secondari, nonché di momenti fin troppo esagerati che minano la soglia della sospensione dell’incredulità dello spettatore e che potrebbero sembrare troppo forzati, Beastars è un anime che vale sicuramente la visione e che potrebbe davvero sorprendervi. Se siete alla ricerca di una serie capace di farvi riflettere, di strapparvi qua e là qualche risata (seppur in un contesto di tensione e suspence) e di regalarvi una storia d’amore complessa ma anche in grado di intenerire, allora Beastars potrebbe essere l’anime che fa per voi.

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