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Perchè dovreste recuperare Angel Beats!

Angel Beats è uno di quegli anime che ai neofiti del genere non dice nulla ma a chi ne guarda un bel po’ è di sicuro rimasto impresso. Di nicchia, particolare, non il solito animenonostante abbia comunque i cliché del genere – ma qualcosa che non ci si aspetta. Se ancora non lo avete visto, vediamo perché vale davvero la pena recuperarlo!

Angel Beats
(Angel Beats 640×360)

Iniziamo col dire che Angel Beats! è tratto dal manga di Jun Maeda, autore anche dell’anime stesso al quale ha voluto collaborare in prima linea affinché fosse il più fedele possibile al progetto fumettistico. Il lavoro è nato nell’aprile del 2010 e a oggi la serie conta 13 puntate, ancora disponibili su Netflix. Ma di cosa parla Angel Beats? E perché vale la pena recuperarlo? La serie segue il percorso di Yuzuru Otonashi, un ragazzo adolescente che perde la vita in un incidente alquanto traumatico. Lo spettatore non finisce mai di seguirlo per tutta la durata del suo percorso ed è accanto a lui proprio nell’aldilà, perché l’anime si svolge per la maggior parte del tempo in un altrove non specificato, dove finiscono tutti i ragazzi che hanno perso la vita, tra cui, appunto, anche Yuzuru. Questo posto però, a primo impatto, non sembra affatto né l’inferno, né il Purgatorio e nemmeno il Paradiso, ma ha l’aspetto di una scuola, in tutto e per tutto: struttura, parco, armadietti, aule, ogni cosa ricorda proprio un istituto scolastico. L’ aspetto più interessante di quest’anime, infatti, è il fatto che non si capisca tutto immediatamente, lasciando lo spettatore sempre in bilico tra il vero e il falso, tra quello che può sembrare reale e quello che non lo è: luoghi, personaggi, oggetti, ricordi, addirittura l’atmosfera che si respira, per cui ogni certezza è vaga. Già dalle prime scene, seguendo il tutto con gli occhi del protagonista, non si ha la più pallida idea di cosa stia succedendo, eppure è come se ci fosse una forza superiore a trainarci all’interno della storia, come a dirci di non mollare e continuare ad addentrarci in quel mondo, anche se non sappiamo dove ci porterà.

Angel Beats
(Angel Beats 640×360)

Passo dopo passo lo spettatore scoprirà sempre di più, e sempre di più i fatti gli sembreranno incomprensibili, non collegabili tra loro e lontano mille miglia tra loro. Entreranno in gioco nuovi personaggi, ognuno con la propria storia, nuove dinamiche e persino oggetti particolari che serviranno in svariate situazioni. Si scatenerà una vera e propria guerra tra fazioni e anche lo spettatore dovrà scegliere da che parte stare. Mano a mano che la trama va avanti i personaggi si faranno conoscere sempre più facendoci conoscere la loro storia: come sono morti e perché sono finiti lì, come e se andranno mai via da quel posto. Inevitabilmente quindi ci si affeziona a ognuno di loro e a ciò che rappresentano, finché molti spariranno in un’aura di serenità e felicità, proprio perché il passaggio per loro è finito, arriva l’eternità. L’anime potrebbe non convincere chi ama trame meno intricate, chi cercano prodotti più veloci e meno impegnativi, perché di certo questo non lo è, anzi, punta a convincere lo spettatore a mettere in gioco il suo cuore e la sua essenza, prima che possa arrivare al finale. Come se dovesse meritarselo, aprendo il suo cuore, per comprendere davvero il profondo messaggio di Angel Beats!. Il finale infatti è tutt’altro che banale ma anzi, lascia lo spettatore completamente devastato e lo porta a fermarsi un attimo davanti allo schermo e a ragionare sulla vita: che senso essa abbia, dove ci porterà e perché siamo qui a viverla.

Angel Beats
(Angel Beats 640×360)

Angel Beats! vale la pena di essere visto per il suo profondo significato morale che offre moltissimi spunti di riflessione sul senso della vita. È davvero ben fatto in ogni minimo dettaglio, dal disegno alla produzione, sicuramente perché Maeda vi ha contribuito anche negli aspetti secondari e decorativi, non solo nei principali, come ad esempio nella sigla, pensata insieme al gruppo musicale Anant-Garde Eyes un duo operativo dal 2008 – i quali hanno accettato di suonarla e cantarla. Sarà un caso, dunque, che tra i ragazzi morti ci sia proprio un gruppo musicale? Se volete farvi una vostra idea, non vi resta che iniziare la serie!

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