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Come è cambiato il fenomeno generazionale di A Tutto Reality negli anni

Sono trascorsi 17 anni dal 2007, anno in cui iniziò A Tutto Reality: L’isola, serie animata canadese, vera e propria parodia dei reality show. Con il successo di questa prima stagione la serie proseguì negli anni e dopo una lunga pausa lo show è tornato dove tutto ebbe inizio con un reboot intitolato A tutto reality – L’isola: Il ritorno. Ma gli autori sono riusciti a mantenere alta l’asticella o hanno miseramente fallito propinandoci sempre nuovi concorrenti e sfide?

Andiamo dunque a vedere insieme come è cambiato il fenomeno generazionale di A Tutto Reality negli anni.

Nella prima stagione i protagonisti indiscussi sono i 22 campeggiatori/vittime. Tutti ragazzi super riconoscibili e divertenti. Ognuno di loro rappresenta uno stereotipo, attuale nel periodo in cui uscì la serie (il musicista, il delinquente, la dark, lo sfigato, il festaiolo ecc.). Questi ragazzi non rimangono però fissi sui loro archetipi ma evolvono puntata dopo puntata. Altri cartoni migliori di Cartoon Network da vedere.

Lo show è una decostruzione dell’amore adolescenziale, molti personaggi sviluppano una cotta nel corso delle varie stagioni. Come avviene nella realtà queste risultano essere solo cotte. Questa è una grande lezione che la serie da, non tutti gli amori durano. Trent e Gwen o anche Duncan e Courtney sono un esempio di ciò. Oppure non tutti gli amori sono ricambiati, come Cody con Gwen o Sierra con Cody. Insomma A Tutto Reality (che puoi trovare qui in streaming su Netflix) è sempre stato cinico come programma che parla di storie d’amore, in quanto quelle che sono durate nel tempo sono poche (ad esempio Geoff e Bridgette).

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Chris McLean

Tutto il cinismo della serie è pienamente rappresentato dal suo conduttore: Chris McLean.

Chris è un personaggio nato per essere odioso, fa quello che gli pare senza temere le conseguenze. La sua massima aspirazione è vivere in un mondo come quello del reality dove sente di avere il pieno controllo. Inoltre ogni stagione ha 2 finali diversi, uno ufficiale e uno alternativo, e che vengono trasmessi a seconda delle votazioni dei fan e del territorio. A Tutto Reality: L’isola è stato elogiato proprio per essere una critica intelligente al genere dei reality. Questa stagione sembra anche una parodia di Temptation Island (qui le anticipazioni sulla possibile prima coppia). Dopo l’eccellente lavoro fatto con la triade principale tutte le trame di quei personaggi che avevamo imparato ad amare sembravano chiuse e così, nel 2012, venne rilasciata una quarta stagione, La vendetta dell’isola, con un cast nuovo di zecca e un numero di puntate ridotto a 13.

Con la quarta stagione si torna al campo Wawanakwa, stavolta inquinato da rifiuti tossici.

Questa stagione propone personaggi sempre abbastanza stereotipati (il militare, il ragazzo bolla, la diva, il gamer, il palestrato ecc.) per dare una ventata d’aria fresca ad uno show che altrimenti sarebbe morto di lì a poco. Seppur di durata minore rispetto alle precedenti questa stagione ha funzionato e anche alcuni personaggi sono stati davvero accattivanti (Mike e Scott e sopra tutti). Anche i simpatici cameo dei vecchi concorrenti hanno reso il distacco meno netto e più piacevole la visione.

Con A Tutto Reality: All Stars si ritorna ancora una volta sull’isola (e la cosa può iniziare a sembrare un po’ ridondante). Vengono selezionati i migliori partecipanti delle precedenti edizioni e qui vecchi e nuovi concorrenti si confrontano in sfide già affrontate in passato ma con delle variazioni. Non è sicuramente la stagione migliore ma non è neanche completamente da buttare via. Com’è prevedibile giunti a questo punto alcuni personaggi non hanno veramente più nulla da raccontare (Lindsay è resa più idiota di quanto già non fosse), altri vengono esasperati fino a renderli odiosi (come Sierra e la sua fissa per Cody ai limiti dello stalking).

Questa quinta stagione fu progettata come una sorta di epilogo della saga, anche considerato il fatto che al termine della competizione l’isola sprofonda nel mare.

La sesta stagione è A Tutto Reality: L’isola di Pahkitew, di nuovo ambientata su un’isola e con un cast nuovo. Sicuramente la stagione più sottotono di tutte, con pochissime cose che si salvano e moltissime che invece fanno storcere il naso. Dopo questo flop la saga di A Tutto Reality pensa bene di virare in direzioni di 2 spin-off. Nel 2015 esce A tutto reality presenta: Missione Cosmo Ridicola, in cui 18 coppie di concorrenti gareggeranno in sfide in giro per il mondo. Non una serie perfetta anche questa (anche perché si sente la mancanza di Chris) ma un ottimo esempio di come si può sfruttare in modo alternativo il mondo di A Tutto Reality.

Nel 2018 invece esce lo spin-off A Tutto Reality: Le origini. Qui non è presente una competizione, i personaggi hanno 4 anni e sono in un asilo in cui Chef è il maestro. Molti la criticano perché la reputano colpevole di aver ucciso lo spirito della serie originale. Per spezzare una lancia in suo favore posso dire che:

Sicuramente Le origini non è la serie migliore dello show ma è quella che incarna meglio lo spirito della serie originale.

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i concorrenti di A Tutto Reality: L’isola

La caratterizzazione principale di A Tutto Reality: L’isola è quella di presentare un gruppo generico di adolescenti che fanno cose stupide, disgustose e pericolose, guidati da persone non adatte ai loro ruoli di giudici o controllori. Cosa troviamo ne Le origini ? Un gruppo di generiche piccole pesti che fanno cose stupide, disgustose e pericolose guidate da una persona non adatta al suo ruolo di supervisore. I protagonisti de Le origini sono stati scelti perché la loro caratterizzazione può funzionare sia per un bambino che per un adolescente. Izzy è sempre fuori di testa e selvaggia; Owen è ancora il solito pacioccone, giovale e mangione; Noah è sarcastico e saputello come la sua versione adolescente. Questa serie si è conclusa ufficialmente nel 2022 e molti fan, delusi, pensavano che il vecchio reality show non sarebbe più tornato.

Ma incredibilmente tra il 2023 e il 2024, quindi a distanza di 16 anni dall’inizio di questa avventura, la saga ritorna con due stagioni dal titolo A tutto reality – L’isola: Il ritorno.

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I concorrenti di A Tutto Reality – L’isola: Il ritorno

Si ritorna al campo Wawanakwa, con 16 nuovi concorrenti. Ma dopo tanti anni ha senso continuare in questa direzione? Queste ultime due stagioni sono valide o è solo nostalgia? Diciamo che questi 26 episodi si lasciano guardare. I concorrenti introdotti sono interessanti, alcuni più di altri. Abbiamo sempre degli stereotipi che però sono più vicini ai tempi moderni. Ad esempio abbiamo finalmente dei personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ+ o anche un personaggio diversamente abile, per abbracciare una modernità più sensibile a queste tematiche. Oltre questo però il resto rimane simile a quanto visto fino ad ora, senza guizzi innovativi.

In quanto amante di A Tutto Reality, non posso fare a meno di notare che il meglio che questo show poteva dare è già stato mostrato tanto tempo fa e per quanto si possa continuare con nuovi cast i picchi delle prime 3 stagioni non verranno mai raggiunti. Vi lasciamo con una lista di altri 5 reality show che potete trovare su Netflix.