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Undone: affrontare noi stessi per il bene dei nostri rapporti

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sulla seconda stagione di Undone, la serie con Rosa Salazar e Bob Odenkirk disponibile su Amazon Prime Video!!

Ci sono dei fili invisibili che tengono gli individui legati insieme. Fili che corrono tra noi, che passano attraverso noi, oltre il tempo e oltre lo spazio. La forza di quei legami, la traiettoria di quelle funi che stringiamo con forza da un’estremità all’altra fino a logorarci le dita, racchiude il senso del nostro stare al mondo. Viviamo per immergerci in una rete di rapporti che ci aiutano a sopravvivere, a trovare noi stessi. Veniamo al mondo per mettere radici, per intersecarci agli altri, per incrociare altre traiettorie, intrecciare destini diversi. La nostra vita è un’unica grande tela con pezzi sfilacciati e la struttura vulnerabile. I traumi della realtà ne scuotono l’intelaiatura, la lasciano vacillare fino al punto che riafferrare le fila e il senso del nostro destino ci sembra impossibile. Undone, la serie animata di Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy – i creatori di BoJack Horseman, di cui ricordiamo ancora le ultime commoventi battute dei personaggi – è un po’ un tracciato impervio disegnato tra i mille ostacoli della vita. La storia di Alma Winograd-Diaz, interpretata da Rosa Salazar, è sbarcata già da diversi mesi su Amazon Prime Video e sta lì, in attesa di essere attraversata solo quando si è pronti a farlo, solo quando ci si è preparati a sufficienza.

Undone (640x360)
Undone (640×360)

Undone è un’esperienza visiva che si dispiega tra la dimensione onirica e quella terrena.

La tecnica del rotoscopio serve al regista Hisko Hulsing per creare un racconto a metà tra lo sci-fi e il realismo magico di impronta sudamericana. Le animazioni che appaiono sullo schermo danno una sensazione di sospensione all’intera storia, come fosse un sogno confuso, un ricordo del passato, una visione dai contorni indefiniti. Al di là della scelta tecnica, il rotoscopio ha qui anche una funzione semiotica di non poco conto: la dimensione animata, il livello intermedio tra la recitazione nuda e cruda e i disegni bidimensionali del cartone, ammorbidisce in un certo senso l’impatto con la realtà, con il trauma che la protagonista attraversa, e ce lo rende più sopportabile, meno lancinante. Perché il tragitto confuso di Undone non guarda tanto avanti e nemmeno troppo indietro: guarda più che altro dentro, nelle voragini che si aprono tra la nostra percezione sensibile e il magma confuso del nostro subconscio. È un continuo guardarsi dentro e riprovarci. Riprovarci ogni volta. I viaggi nel tempo e nello spazio sono il focus anche della seconda stagione di Undone. La protagonista attraversa archi temporali differenti, si muove da un punto all’altro in maniera confusionaria, transita verso universi paralleli, ma la sua odissea non è finalizzata a salvare il mondo, a distruggere un nemico, a mettere in salvo l’umanità da una minaccia esterna. L’unico scopo del suo peregrinare tra una dimensione e l’altra è trovare se stessa. E salvarla.

Undone (640x360)
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C’è un’evoluzione tra la prima e la seconda stagione della serie di Amazon Prime Video.

La trama degli ultimi episodi si fa più coerente e definita, molto più centrata sull’obiettivo rispetto alla prima stagione. Avevamo lasciato Alma seduta difronte a una caverna, in attesa di sapere se lei e suo padre fossero riusciti a invertire il tempo e a darsi una seconda vita. La giovane protagonista, dopo essere finita in ospedale a causa di un incidente, aveva scoperto di possedere degli strani poteri che le consentivano di viaggiare attraverso il tempo e lo spazio e di mettersi in connessione con le persone mediante fili sottili che collegavano confusamente una dimensione all’altra. Il primo episodio della seconda stagione si apre con la scoperta che tutto ciò a cui si erano preparati lei e suo padre Jacob (Bob Odenkirk, lo straordinario Bob Odenkirk che dopo Better Call Saul è tornato con Lucky Hank) alla fine ha dato i suoi frutti. Entrambi hanno avuto una vita appagante e piena di soddisfazioni. Una vita in cui Jacob è ancora vivo ed è parte integrante dell’esistenza delle due figlie. Da qui però parte l’esplorazione di Alma, che vive anche questa versione della sua vita con un senso di insoddisfazione a cui non sa dare precisamente un nome. Dovresti ricavare il massimo da questa vita, perché è bellissima com’è, le suggeriscono le persone che le sono accanto. Ma Alma sa che c’è qualcosa che non va, qualcosa di rotto che va messo a posto, che va aggiustato. Per migliorare la sua realtà e quella degli altri. Per ritrovarsi in se stessa e nel rapporto con le persone che la circondano.

Undone (640×360)

La seconda stagione di Undone si concentra su tutto il background familiare della famiglia di Alma: i segreti di sua madre, il rapporto con il figlio nascosto, il trauma di sua nonna, l’infanzia di suo padre Jacob. Le relazioni genitori-figli, la pesante eredità che transita da una generazione all’altra, rendono poco alla volta chiaro il quadro familiare nel quale ci muoviamo. I creatori dello show hanno scelto di partire da un problema comune – ogni famiglia ne ha uno – per affrontare tematiche universali. Tematiche che investono ciascuno di noi nel rapporto con gli altri. Il messaggio di Undone sembra essere quello di dire che, se non si sciolgono i nodi del passato, è difficile riuscire a ritrovarsi. È difficile riuscire ad accettarsi. Per questo Alma non riesce mai a star ferma in un posto – o in un tempo – e a godersi la vita che le viene riservata. La sua inquietudine, l’irrequietezza che somiglia a insoddisfazione perenne, è la spia di un piccolo cortocircuito che la scombussola dall’interno, che le impedisce di allentare l’ansia. L’accettazione di sé è il focus su cui si concentra Undone, soprattutto con la sua seconda stagione. Piango perché non posso essere quella che gli altri vorrebbero che fossi, dice Alma in una delle scene iniziali. Ma la soluzione ai problemi che attanagliano la sua vita non può trovarla da nessun’altra parte se non dietro gli angoli bui delle sue paure. Insieme al personaggio di Bob Odenkirk, Alma cerca innanzitutto di star meglio, di migliorare la qualità della sua vita a partire dai rapporti con le persone che le vogliono bene. E quale è il modo migliore per farlo? Affrontare se stessi, con tutta la carrellata di traumi, lutti, shock e contusioni dell’anima.

Undone (640x360)
Undone (640×360)

L’arco narrativo di Bob Odenkirk si intreccia con quello di Alma come parte di un tutto indivisibile, collegato, concatenato. Anche il personaggio di Becca acquista una profondità che nella prima stagione non aveva. Ogni membro della famiglia esplora le proprie ferite per riemergere dalla tempesta con gli strumenti per mettersi al riparo. Ciò che la serie vorrebbe mostrare è che, per quanto il mondo sia un posto magico in cui tutto è possibile, le cose brutte a volte capitano e basta e non c’è viaggio nel tempo, tuffo nel passato, trasmigrazione in un universo parallelo che possa evitarle. L’elaborazione del lutto è il topos da cui si è partiti con i primissimi episodi di Undone e ogni puntata è stato un modo di girarci attorno, un’attesa preventiva dell’irrimediabile che prima o poi avrebbe inghiottito tutto, dando sfogo a un dolore che non si può arginare, ma solo accettare. Undone è una serie che bisogna guardare solo quando si è realmente pronti a farlo. Perché, se ci si lascia davvero trasportare dai suoi assurdi viaggi nel tempo, riesce a lenire qualche graffio invisibile. Se BoJack Horseman ci aveva guardato dentro, Undone è andata oltre, fornendoci gli strumenti per capire il senso del nostro essere qui, dei nostri fili intrecciati e della maniera in cui maneggiarli per migliorare noi stessi. Per la qualità della nostra esistenza e per il bene dei nostri rapporti.