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Forse non è la fine – La prima puntata dopo l’ultima puntata di The West Wing

Cosa succede dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite? ‘Forse non è la fine’ è la prima puntata (immaginaria) dopo l’ultima puntata delle vostre serie tv preferite. Oggi è il turno di The West Wing.

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Domani è arrivato e se n’è andato, i giorni hanno iniziato a susseguirsi fino a diventare settimane, mesi e infine anni. Ne sono passati quasi tre da quel pomeriggio assolato del 20 gennaio 2007, il giorno in cui il presidente Josiah Bartlet ha percorso per l’ultima volta quella camminata sotto i portici della Casa Bianca che per otto anni era stata il per lui tanto familiare quanto l’abbraccio di sua moglie. Sono passati quasi tre anni dal giorno in cui Matt Santos si è seduto per la prima volta nello Studio Ovale, dietro la scrivania che era stata compagna degli uomini più potenti del mondo, e ha firmato il suo primo ordine ufficiale come Presidente degli Stati Uniti d’America. Tre anni, più di mille giorni, alcuni trionfanti e altri segnati dal dolore, alcuni frenetici e altri che parevano fresche e necessarie boccate d’ossigeno, tutti vissuti cercando di essere migliori del giorno precedente.

Eppure, nessuno dei protagonisti di The West Wing ha mai guardato al passato in questi anni, perché ormai hanno imparato che esiste un solo momento a cui guardare per motivarsi a fare il meglio per il proprio paese: domani.

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È a domani che pensa Matt Santos quando il suo vice presidente Eric Baker entra camminando lentamente nello Studio Ovale. L’imperscrutabile Baker, l’uomo che di fiducia del Partito Democratico, il vecchio leone in cui Santos aveva a malincuore riposto la sua fiducia, si è dimostrato un braccio destro migliore di quanto il Presidente avesse mai potuto sperare, qualcuno in grado di vedere chiaramente anche nei momenti in cui il buio sembrava poter prendere il sopravvento sulla visione politica di Matt Santos. Qualcosa non va, il presidente lo sa ancora prima che Baker apra bocca: “Non posso più farlo, signore. Essere il suo Vice Presidente è stato il più grande onore della mia esistenza, ma mia moglie è la mia intera vita e ha bisogno di me. Porterò a termine l’impegno che ho preso con lei e con gli Stati Uniti d’America, ma non mi ricandiderò. Non quando questi potrebbero essere gli ultimi anni che mi restano con lei”. Matt Santos lo sapeva, l’intero paese lo sapeva. Baker avrebbe messo la moglie prima di tutto, l’aveva fatto in occasione delle elezioni del 2006 e non se n’era mai pentito, non quando l’alternativa sarebbe stata rinnegare la donna che amava e lasciarla sola ad affrontare i demoni della malattia mentale che la torturava da anni. Il Presidente capisce, anche lui avrebbe fatto lo stesso. Eppure, proprio come tre anni fa, quando la morte di Leo McGarry lo aveva lasciato da solo all’indomani delle elezioni, si ritrova all’improvviso senza un vice, incapace di trovare qualcuno che possa raccogliere quello scomodo testimone. Santos vorrebbe che Leo fosse ancora lì, pronto a consigliarlo, ma guardare troppo al passato non fa bene a un uomo che deve costruire il futuro. E allora, come ha fatto ogni giorno dall’istante in cui, quasi cinque anni prima, l’ha incontrato per la prima volta, Matt Santos cerca il sostegno del suo migliore amico, il suo più fidato consigliere, il suo compagno in battaglia, il suo Capo dello Staff Josh Lyman.

Josh, il caotico, idealista, perseverante uomo di stato che avevamo conosciuto in The West Wing, è all’apparenza sempre lo stesso, ma il suo mondo è cambiato. Finalmente ha avuto il coraggio di innamorarsi, di costruirsi una vita al di fuori dell’Ala Ovest. Sono ormai tre anni che lui e Donna Moss stanno insieme, una storia d’amore che nessuno dei due aveva mai sperato di vivere e che invece sembra diventare ogni giorno più forte, tanto che i due iniziano a pensare a qualcosa di più, sebbene Josh non si decida mai a fare il passo successivo. Negli ultimi anni Josh ha lavorato fianco a fianco con Matt Santos, ormai la stampa parla di loro come di una coppia di fatto, un duo inseparabile che ha in mano le redini della nazione più potente del mondo. Questa volta però, chiamato dal Presidente per aiutarlo a trovare un sostituto per Baker, Josh Lyman – come accaduto sempre meno di frequente nelle sette stagioni di The West Wing – non ha la risposta. Il Capo dello Staff non sa chi potrebbe diventare il nuovo Vice Presidente degli Stati Uniti d’America, ma conosce un uomo che qualche anno prima si era trovato nella stessa situazione di Matt Santos, costretto a scegliere in corsa un nuovo numero due. Così, seguendo il consiglio di Josh, il Presidente si rivolge all’unica persona che conosce che lo può davvero comprendere: Josiah “Jed” Bartlet, il suo predecessore nel difficile compito di leader del mondo libero.

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Jed Bartlet aspettava da tempo la chiamata. Negli ultimi anni aveva dovuto fermarsi, il progredire della sclerosi multipla lo aveva sempre più spesso costretto a un’immobilità che faceva sentire inerme, sconvolto dalla precarietà della sua stessa esistenza. Sua moglie Abbey aveva ricominciato a praticare la professione medica qualche tempo dopo la fine della presidenza del marito, ma presto aveva capito che non le mancava molto tempo da trascorrere con l’uomo che amava e aveva scelto di passarlo tutto accanto a lui e alla loro famiglia, circondati dai nipoti nella loro riparata casa nel New Hampshire. La chiamata di Santos risveglia Jed da un torpore durato fin troppo a lungo, gli ricorda prepotentemente qual è il suo compito nei confronti del suo paese: trovare la persona giusta perché l’America continui a progredire verso il sogno utopico della nazione migliore possibile. E Jed ha il nome perfetto in mente, tanto ovvio che Santos quasi si stupisce di non averci pensato lui stesso. Per scoprire chi sia questo Vice Presidente misterioso ci tocca però attendere ancora diversi minuti, perché prima la telecamera si sposta dall’Ala Ovest a un’aula universitaria, dove ci attendono ben due dei protagonisti di The West Wing.

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Charlie Young è ormai uno studente del terzo anno di Legge, ma l’università gli è sembrata una passeggiata in confronto ai sette anni trascorsi al fianco di Jed Bartlet come suo assistente personale. Sta frequentando un corso di Etica e Politica, un argomento che Charlie sa bene essere più scivoloso di quanto ci si potrebbe aspettare. Tuttavia, il professore che tiene il corso, lo sguardo fisso in direzione di Charlie, un sorriso appena accennato, è un vero e proprio esperto in materia, un uomo che ha rinunciato alla sua carriera politica per compiere quella che per lui era la scelta giusta. Toby Ziegler è invecchiato, ma contrariamente a quello cha inizialmente aveva pensato, non ha rimpianti. Ha scelto la famiglia, la giustizia, ha scelto di insegnare ciò che ritiene essere il fondamento della vita pubblica. A lungo è rimasto isolato, ma poi un giorno Jed Bartlet lo ha chiamato e gli ha comunicato di averlo finalmente compreso, di essere riuscito a guardare oltre la rabbia e a vedere chiaramente perché Toby avesse scelto di rivelare segreti di Stato per il bene del paese. E così, dopo un paio di telefonate, era stato proprio l’ex Presidente a trovargli quell’impiego che tanto amava, davanti a una folla di studenti che lo consideravano un vero eroe americano.

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Fuori dall’aula, a fine lezione, c’è una donna ad attendere Charlie e Toby. È passato qualche tempo dall’ultima volta che i due l’hanno vista, le sue visite a Washington si sono diradate parecchio dall’ultima volta che l’abbiamo incontrata in The West Wing. C.J. Cregg, tanto alta da svettare sopra le centinaia di studenti, tiene in braccio il figlio nato da qualche mese e sorride quando scorge i suoi amici nella folla del martedì mattina in università. Ha passato i primi anni dopo la fine dell’amministrazione Bartlet a viaggiare insieme a quello che ormai è suo marito, Danny Concannon, cercando progetti di sviluppo in cui investire i soldi della fondazione no-profit di cui è a capo. Poi la gravidanza, del tutto inaspettata, l’ha costretta a casa in California per qualche mese e le ha dato il tempo di pensare per la prima volta in tanti anni. Dopo aver riflettuto a lungo, C.J. ha preso una decisione che non credeva possibile: voleva tornare a lavorare in politica, candidarsi a una carica pubblica che le permettesse di poter lottare per un mondo migliore in cui suo figlio avrebbe potuto vivere. È proprio questo che è venuta ad annunciare a Charlie e Toby, è questa la ragione per cui ora li sta supplicando di scendere in campo al suo fianco. C.J. Cregg, ex Capo dello Staff del Presidente Bartlet, la più realista tra tutti i personaggi di The West Wing, ha deciso di correre per un seggio al Senato, e ha bisogno dell’aiuto dei suoi amici per realizzare una campagna elettorale vincente.

Più tardi quello stesso giorno, Matt Santos siede in auto con sua moglie Helen, Donna Moss e il suo vice Capo dello Staff Sam Seaborn, in attesa che il convoglio presidenziale li porti all’inaugurazione della biblioteca dedicata a Jed Bartlet nei pressi dell’Università di Georgetown. Il Presidente ha riflettuto a lungo sulla conversazione avuta con il suo predecessore e si è sempre più convinto che Jed abbia ragione, così, quasi all’improvviso, si volta verso Sam e a mezza voce gli chiede: “Cosa ne penseresti di diventare Vice Presidente, Seaborn?”. Riusciamo solo a scorgere la sorpresa negli occhi del più idealista tra i protagonisti di The West Wing, che accenna un impercettibile sorriso, prima che la puntata finisca, lasciandoci immaginare quale sarà la risposta alla domanda che Sam Seaborn aveva smesso di sperare potesse essergli rivolta.

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