Chissà perché, le Serie Tv di cui stiamo per parlarvi in Italia non hanno conosciuto il successo che avrebbero meritato, e che in molti casi all’estero hanno ottenuto. Vivono in silenzio, tra un Non l’ho mai vista e un Non l’ho mai sentita. Molte di queste non sono neanche recenti, non si può dunque neanche dar la colpa al poco a tempo a disposizione. Pensate che, infatti, una di queste nasce nel 2005. Dal 2005 al 2023, che ve lo diciamo a fare, di tempo ce n’è a bizzeffe. Ma niente: nessuno ha il coraggio di cominciarla. Coraggio, sì, perché in alcuni casi bisogna averlo anche quando si tratta di Serie Tv da vedere che ci sembrano apparentemente lunghe e distanti dal nostro gusto personale. Ognuna di queste potrebbe restituirci qualcosa facendo luce su diversi aspetti che ci riguardano. E questo lo ha spiegato bene una delle Serie Tv da vedere assolutamente che più vengono snobbate in Italia e che ritroverete in questa lista fatta di rimpianti, di occasioni non date a grandi produzioni che le avrebbero meritate. È difficile provare a capire il motivo di questa diffidenza, ma proviamo a capire di cosa stiamo parlando. Forse, così facendo, vi daremo una ragione per rifletterci sopra e, chissà, magari cominciare a cambiare idea.
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1) It’s Always Sunny in Philadelphia

Prendete una spolverata di Seinfeld, un gruppo di protagonisti che non sanno dove andare, un umorismo politicamente scorretto e il gioco è fatto. Sono questi, d’altronde, gli ingredienti principali di It’s Always Sunny in Philadelphia, una comedy spesso ignorata qui in Italia che invece all’estero, fortunatamente, ha avuto quel che meritava. E a dimostrarlo ci sono le ben 16 stagioni che, nel totale, compongono 164 episodi di una storia che è bella soprattutto perché non sa dove andare. O meglio, lo sa, ma non lo sanno i suoi protagonisti. I personaggi della serie sono infatti caratterizzati dalla totale assenza di evoluzione. I loro errori non hanno l’obiettivo di insegnargli qualcosa, la loro non è una vita fatta di problemi da superare e da cui trarre un insegnamento.
Come nel buon vecchio Seinfeld, It’s Always Sunny in Philadelphia si distingue dal resto delle altre comedy per la sua leggerezza, per il suo modo politicamente scorretto di trattare alcune tematiche delicate. Probabilmente questa è la ragione per cui questo tipo di comedy non ha ottenuto il giusto riconoscimento in Italia: questo tipo di narrazione è molto distante da quello a cui siamo abituati, e basarci su una storia che racconta il niente o, al massimo, la vita di un gruppo di ubriaconi, non entusiasma il pubblico che invece favorisce momenti più delicati o intensi con degli insegnamenti che da qui non potrebbe trarre. Con uno straordinario Danny De Vito, It’s Always Sunny in Philadelphia è una comedy unica nel suo genere nel panorama attuale. Forse una delle poche che decidono di osare e di distanziarsi dal resto degli altri prodotti che, in qualche modo, vogliono sempre darci una direzione.
2) The West Wing, la Serie Tv da vedere basata interamente sulla politica

Creata da Aaron Sorkin e andata in onda tra il 1999 e il 2006, The West Wing è probabilmente la Serie Tv sulla politica per antonomasia. All’interno della narrazione l’argomento non fa infatti soltanto da sfondo, non vive soltanto nel contesto in cui si muovono i personaggi, ma diventa il protagonista per eccellenza. Che si tratti di grandi azioni o di piccole azioni volte soltanto ad accaparrarsi un voto non importa: tutto in The West Wing racconta cosa sia la politica e che potere questa abbia. In modo paradossalmente realistico, la serie sembra raccontare una politica idealista che cerca di agire soltanto per il bene della società, senza mai metterla al secondo posto o remarle contro per i propri interessi.
I personaggi di The West Wing per questa ragione sono, nonostante le possibili discordanze, tutti uniti nello stesso obiettivo, competenti e pronti a scendere in campo ogni volta che si palesi questa necessità, anche dopo una sconfitta. Al centro della serie, d’altronde, troviamo la democrazia e una riflessione sul potere, sul modo in questo debba venire utilizzato da chi lo possiede. Tra le tante produzioni, forse The West Wing potrebbe sembrarvi più datata, meno odierna, e questa impressione potrebbe essere dettata dal periodo in cui la serie viene distribuita, un periodo in cui gli Stati Uniti erano estremamente sensibili ad argomenti come il terrorismo, le scelte economiche e l’avvento delle nuove tecnologie. Ma la politica è un tema universale, un argomento che non invecchia e che, come non mai, rimane sempre attuale. Diverso, forse, è il nostro modo di approcciarci a essa. Ma The West Wing riesce ad affrontarlo fornendoci gli strumenti giusti, le chiavi per aprire quella porta che ci fa capire cosa significhi davvero fare politica oltre ogni interesse, soltanto per il bene della società.
3) Silicon Valley

Assurdo a pensarci, ma una perla come Silicon Valley di produzione HBO viene spesso ancora ignorata qui in Italia. Neanche il tempo è riuscito a restituirle quel clamore che avrebbe meritato. La serie viene distribuita infatti nel 2014 e giunge alla fine nel 2019, ben quattro anni fa. In questi anni, però, il silenzio ha continuato a contraddistinguere la sua storia (ovviamente solo in Italia: all’estero ha spopolato). Nello stesso modo in cui è stata accolta, Silicon Valley se n’è andata. Ed è un peccato, un vero peccato. Con una struttura che vede la durata delle puntate non andare oltre i trenta minuti canonici delle comedy di nuova generazione, Silicon Valley racconta le vite di un gruppo di informatici alle prese con un nuovo importantissimo progetto per la start up in cui lavorano. Ma questo è soltanto un mezzo, non la storia.
Perché il vero punto di forza di questa ambiziosa produzione così silente in Italia ha a che fare con la crescita dei suoi personaggi, con la loro evoluzione in un mondo fatto di competitors, rivali più economicamente potenti, momenti divertenti ma anche numerose riflessioni. Silicon Valley è un ibrido di generi, una comedy che spazia da una tematica all’altra accendendo un riflettore sul ruolo della tecnologia, sul lavoro che vi è dietro, quello di cui nessuno di noi è a conoscenza, non in modo sempre così specifico almeno. Non è la solita comedy. Non è il solito salotto fatto di coinquilini che si lamentano della propria vita amorosa. E’ qualcosa di più, qualcosa di diverso che potrebbe per questo spaventarvi, ma che invece potrebbe fornirvi una grande sorpresa, anche se in ritardo di qualche anno. Ah, altra cosa molto importante: in termini meramente comici, è una delle migliori cose che siano state mai create in televisione.
4) The Bridge

Talmente sottovalutata qui in Italia da generare spesso la domanda Ma di che stai parlando? The Bridge infatti non gode neanche dello stesso destino delle altre Serie Tv menzionate fino ad adesso. Se queste riuscivano quantomeno a farsi conoscere per il loro titolo, The Bridge neanche per questo. È, in sostanza, una Serie Tv che potreste anche non aver mai sentito nominare. Purtroppo questo è stato, almeno fino ad adesso, il destino di questa produzione crime dano-svedese. Non consideriamola di nicchia soltanto perché proveniente dal Nord Europa, perché in realtà la serie ha avuto successo anche oltre i confini generando una serie di remake. La trama – come suggerisce il titolo – racconta proprio la sua doppia nazionalità. Il mezzo attraverso il quale questo espediente narrativo si compie è il ritrovamento di un corpo sul ponte Øresund che si collaca al confine tra i due paesi collegandoli di conseguenza.
The Bridge narra le difficoltà che i protagonisti devono superare a causa della loro giurisdizione differente. L’obiettivo è lo stesso e riguarda la ricerca del colpevole, ma diversa è la burocrazia, i procedimenti. Per questa ragione la serie riesce immediatamente a imporsi come una produzione estremamente realista che non si focalizza soltanto sul crime e sulla parte adrenalinica della faccenda, ma anche su tutto quel che c’è dietro un lavoro del genere, tutte quelle noiose peripezie che purtroppo vanno risolte direttamente sullo schermo. Se cercate soltanto una trama adrenalinica, forse The Bridge non fa per voi. Ma se siete curiosi, se avete intenzione di vedere un crime diverso e di qualità, The Bridge sarà la scelta giusta. D’altronde, ricordiamoci che ha dato vita a ben 6 remake.
5) Les Revenants

Dai confini dano-svedesi passiamo alla Francia con Les Revenants, un’altra produzione che purtroppo qui in Italia non ha ottenuto l’effetto sperato. Distribuita nel 2012, la serie francese racconta le vicende di un piccolo paesino di montagna in cui alcune persone defunte tornano alle loro vite come se niente fosse successo. Ad accoglierli ci saranno le loro famiglie, i loro amici, ma la loro felicità verrà presto sostituita dallo stupore, dalla curiosità, dalla domanda da un milione di dollari: che cosa è successo davvero? Come può qualcuno tornare in vita? Non aspettatevi la solita americanata in stile crime soprannaturale. Les Revenants non cade in questa trappola, ma se ne distanzia del tutto fornendoci una narrazione dai tratti eleganti e riflessivi. Chi era rimasto, infatti, aveva cercato di ricostruire un proprio equilibrio, ma questa condizione verrà presto compromessa dal ritorno dei defunti, dalla loro inspiegabile vita che ricomincia.
Con toni quasi angoscianti e soffocanti, la serie mette in atto una narrazione lenta e graduale che si caratterizza soprattutto per le sue tematiche religiose. Siamo in grado di accettare che una cosa accada e che abbia come unica spiegazione il miracolo? Siamo in grado di accettare che la fede da sola ci faccia da guida di fronte a un evento del genere? Sono queste le domande principali di questa Serie Tv francese che purtroppo qui in Italia ha faticato a inserirsi e che ancora oggi a distanza di anni non vede alcuna luce. Ma chissà, magari un giorno la riscopriremo facedola risorgere dalle sue ceneri, visto che siamo in tema.
6) River

Dalla Francia facciamo adesso un altro viaggio verso nord con River, una Serie Tv britannica che probabilmente condivide lo stesso destino di The Bridge. Sconosciuta ai più, River è una produzione sofisticata, un crime raro come non ne avete, forse, mai visti. Distribuita nel 2015, la serie è composta da una sola stagione per un totale di sei episodi. Ma come si dice, la sua è una storia breve ma intensa. Con queste sole sei puntate, infatti, River ha fatto più di altri crime andati avanti a sproposito mettendo in atto stagioni su stagioni. River non ne ha avuto bisogno, non nelle altri parti del mondo almeno.
Al centro di tutto troviamo il detective John River, un uomo ossessionato dalle continue visioni della sua defunta ex partner nel lavoro. Chiunque lo veda dall’esterno lo considera ormai andato, completamente fuori di testa. Per questa ragione viene mandato in terapia con la premessa che, in caso di fallimento, avrebbe dovuto accettare di venire congedato. Ma John non perde un colpo sul lavoro. È sempre sugli attenti, anche se è ossessionato da quell’omicidio di cui non conosce il colpevole. Non sa chi abbia ucciso la sua collega, e questo è probabilmente il mistero più importante della serie. Ma a questo ne seguono tanti altri, e per ognuno di questi il detective viene aiutato da altre anime defunte che cercano di seguirlo nella risoluzione dei singoli casi. River così narra la storia di un detective che si mette in discussione accettando di vedere nelle sue visioni la realtà, l’unica strada percorribile per trovare le risposte. Non è il solito crime, e probabilmente perfino voi non capirete davvero a cosa credere e a cosa non credere, ma questo fa parte del gioco, della vera sfida di River: accettare che non tutto sempre possieda una spiegazione e, semplicemente, andare avanti con i propri mezzi, anche se sembrano privi di qualsiasi razionalità.
7) Rectify

Purtroppo, anche Rectify fa parte di questa lista di rimpianti, di Serie Tv non viste che avrebbero meritato qui in Italia un destino decisamente diverso. È un peccato vedere un titolo del genere in mezzo a una lista così perché quello di cui stiamo per parlarvi è qualcosa di più di una buona serie. Rectify è infatti, per prima cosa, una produzione intelligente, una storia che mette al centro di tutto la solitudine esistenziale di una persona costretta a passare 19 anni della sua vita in una cella in cui non sarebbe mai dovuto entrare. Il motivo è intuibile: Daniel è innocente. Accusato per l’omicidio della sua fidanzata Hannah, il ragazzo viene arrestato quando ha poco più di 18 anni. All’interno di quelle mura, Daniel diventa grande. Lo fa da solo senza alcun contatto con il mondo esterno. Di quel che succede fuori non ne sa nulla da ben 19 anni. Quelle mura sono oramai diventate parte integrante di lui, quasi la sua estensione.
Il momento di ritornare nel mondo esterno però arriva, e anche se sapeva che dovesse giungere prima o poi, Daniel si sente impreparato. Non è pronto a tirarsi fuori da lì per venire a contatto con un mondo disfunzionale che condanna gli innocenti e lascia liberi i colpevoli. Adesso che è fuori da lì, qual è la vita vera? Quella che ha vissuto in carcere, quella di adesso o quella che viveva prima che tutto accadesse? Sono tante le domande che la serie si pone e che, di riflesso, fa porre al telespettatore. In modo soffocante e angosciante, Rectify ci porta ad affrontare un percorso intenso, difficilissimo, che ci costringe a venire a patti con ciò che conta che davvero e con ciò che invece non ha alcun significato. Osservare Daniel nella sua condizione significa capire che non sappiamo mai chi siamo fino a quando tutto quel che abbiamo non ci viene tolto. Cosa siamo davvero senza tutto questo? Forse, provando a guardare questo gioiellino di nicchia, la risposta potrebbe essere individuata o, se non altro, accennata. Noi, nel dubbio, l’abbiamo definita una serie che (non) tutti dovreste vedere.
8) I Know This Much Is True

Concludiamo adesso con I Know This Much Is True, una Serie Tv HBO che purtroppo non ha goduto del successo che avrebbe meritato nonostante la straordinaria casa di produzione e l’immenso Mark Ruffalo, un duo che si commenta da già da sé. L’attore di Hollywood prende infatti parte a questa serie dando vita a due personaggi legati dallo stesso sangue ma non solo. I due protagonisti sono infatti gemelli, ma tra loro sembra sussistere un legame che va oltre e che li fa sembra l’uno l’estensione dell’altro. Con due vite estremamente diverse, Dominick e Thomas vivono due condizioni totalmente opposte che presto sembreranno unirsi. Il primo ha sempre goduto di una certa tranquillità, mentre il secondo ha dovuto fare i conti con una schizofrenia che l’ha portato a fare avanti e indietro dai diversi istituti. A un certo punto, dopo un evento drammatico, i due si riuniscono. Questa unione porta Dominick a scontrarsi con la sua rabbia, con i suoi sensi di colpa, divenendo vittima di paranoie che gli tolgono totalmente la luce.
Per questa ragione, I Know This Much Is True diventa presto una narrazione quasi disturbante e dai toni angoscianti, autentici e crudi. Non è una storia semplice, anzi. È una storia complessa che non può essere guardata con leggerezza. La serie vi porterà infatti a empatizzare del tutto con il dolore di questi due fratelli che da sempre si sentono vittime di una specie di maledizione di famiglia, una maledizione che sembra condannarli all’infelicità, all’irrequietezza, alla rabbia e alla solitudine. Una produzione del genere potrebbe spaventarvi, ma vi restituirà un pezzo di vita da cui non dovreste scappare, e che di certo potrà insegnarvi qualcosa. Come quanto continino i legami che abbiamo.