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I 5 filoni narrativi delle Serie Tv più inutili di sempre

Le trame delle serie tv sono molto spesso intrecciate e prevedono la sovrapposizione di molteplici filoni narrativi. Questi possono approfondire il punto di vista e la storia di un solo personaggio, proporre nuove coppie, o come in Game Of Thrones creare nuovi intrighi per complicare ulteriormente la trama. Le aggiunte, chiamiamole così, tendono a rendere le serie tv più complesse, più interessanti, ma se non vengono gestite al meglio rischiano di risolversi in maniera irrealistica e insoddisfacente.

Ecco i 5 filoni narrativi più inutili di sempre:

1) Dorne – Game of Thrones

Game of Thrones

Quando è stato introdotto il primo personaggio proveniente da Dorne, il Principe Oberyn Martell, i fan di Game of Thrones hanno avuto un assaggio del potenziale di questo nuovo filone narrativo. Certo, la sua fine non è stata particolarmente bella (ricordiamo tutti il combattimento con la Montagna), ma il suo personaggio aveva smosso molta polvere nascosta sotto i tappeti di Approdo del Re.

Nella quinta stagione di Game of Thrones, quindi, viene introdotto un filone narrativo incentrato su Dorne che però non ha avuto i risultati sperati e ha deluso le aspettative dei fan (e anche le nostre).

I personaggi risultano bidimensionali, il contesto delle loro motivazioni viene completamente messo da parte: come può un fan di Game of Thrones che non ha mai letto i libri sapere dell’importanza della casata Martell? Nei romanzi la protagonista di questo filone narrativo è Arianne Martell, l’erede al trono della casata che decide di incoronare Myrcella Baratheon come Regina dei Sette Regni per assicurarsi la fedeltà di Dorne e complicare ancora di più il gioco dei troni.

Nel Game of Thrones televisivo, invece, abbiamo la compagna di Oberyn che per vendetta prima lascia andare Myrcella, poi la avvelena prima che parta definitivamente (senza un vero motivo). Ovviamente Cersei, in puro stile Game of Thrones, ottiene la sua vendetta su Dorne e il filone narrativo si chiude così, con una morte di contrappasso.

A cosa è davvero servita questa sottotrama? C’è chi direbbe: a niente.

2) Frozen – Once Upon a Time

Frozen

La quarta stagione di Once Upon a Time ha voluto introdurre un nuovo filone narrativo incentrato sui personaggi del film Disney Frozen. Il primo episodio era effettivamente molto promettente, ma l’evoluzione è stata estremamente deludente.

In primo luogo, ciò che ha reso Once Upon a Time un’ottima serie è stata la sua capacità di riproporre le favole Disney inserendo però molte più caratteristiche tipiche dei racconti originari dei fratelli Grimm. Persone che muoiono, personaggi capaci di cambiare o di dimostrarsi più tridimensionali delle loro controparti Disney. Ciò però non è riuscito con i personaggi di Frozen: Elsa non è a suo agio nei panni di regina, è combattuta tra la sua parte più oscura e il buono che c’è in lei, ma questi temi non vengono approfonditi in un modo più adulto, più complesso, più umano. Vengono lasciati così come sono.

Forse l’introduzione di questo filone narrativo è stato un po’ prematuro: Frozen, nonostante sia uno dei film Disney più amati del momento, non ha ancora acquisito quell’aura di classico. Proprio per questo probabilmente non aveva bisogno di una rilettura in chiave moderna… è già in chiave moderna. La scelta, quasi sicuramente, è stata fatta non perché ce ne fosse bisogno, ma perché potevano cavalcare l’onda di un successo stratosferico. Non ha però ottenuto gli obiettivi sperati.

3) La gemella malvagia di Petra – Jane the Virgin

jane the virgin

Per poter parlare di questo particolare filone narrativo, bisogna ricordare che Jane the Virgin è una telenovela (che dovresti assolutamente guardare). Ha conquistato moltissimi fan per la sua capacità di utilizzare i clichè tipici delle telenovelas in maniera più consapevole, riuscendo a parodiare il proprio genere di appartenenza senza uscire troppo dai suoi binari precostruiti.

Il topos della gemella cattiva rientra a pieno nei suddetti clichè del genere, eppure Jane the Virgin non è riuscita completamente a convincere su questo particolare twist narrativo. L’arrivo di Anezka coincide con l’esplorazione della depressione postparto di Petra e questa sovrapposizione tra comico e drammatico risulta stridente e poco convincente. In più il personaggio non viene sviluppato come gli altri, rimane sempre legato a quello di Petra e non convince tanto quanto gli altri.

Questo filone narrativo viene propriamente chiuso con la morte del personaggio: dopo aver creato numerosi problemi a Petra e dopo aver cercato di prendere controllo della sua vita, Anezka muore in seguito alla caduta da un balcone del Marbella Hotel. Avendo già finto la propria morte, nessuno si fa ulteriori domande su che fine abbia fatto e la serie prosegue accantonando per sempre questo personaggio.

4) Eurus Holmes – Sherlock

La quarta stagione di Sherlock è stata, per molti, anticlimatica e assurda, ben lontana dagli standard a cui i creatori Moffatt e Gatiss ci avevano abituati.

Il personaggio di Eurus è distante anni luce dalle caratteristiche logiche e realistiche che hanno tratteggiato tutti i personaggi prima di lei, Sherlock compreso. Non è soltanto intelligente, ma sembra avere dei veri e propri super poteri da X-Men, capace di indurre in errore il fratello più volte rendendolo completamente incapace. Nelle puntate della quarta stagione Sherlock non riesce a intuire o anticipare le azioni della sorella, diventando un personaggio in balia degli eventi (cosa lontana dalle premesse classiche: il detective è sempre capace di trovare una soluzione, anche quando sembra impossibile).

In più gli avvenimenti salienti della stagione si basano su scelte assolutamente sbagliate, ingenue e inverosimili. L’incontro tra Moriarty ed Eurus, organizzato come “premio” da parte di Mycroft, è un’importante premessa per lo svolgimento del piano della donna, ma è anche un errore grossolano di scrittura, che rende l’intelligentissimo Mycroft un ingenuo pericoloso. In più, anche la prigione di massima sicurezza di Sherrinford risulta in realtà tutt’altro che sicura e impenetrabile: non solo Eurus esce molteplici volte dalla struttura (che, è bene ricordarlo, si trova su un’isola nel bel mezzo del mare), ma perfino Sherlock, Watson e Mycroft riescono a infiltrarsi semplicemente con dei travestimenti e con una barchetta rubata.

Il finale della stagione, poi, vede un cambiamento totale nel comportamento di Eurus, la quale viene riportata a Sherrinford come se nulla fosse, dove continua il suo isolamento forzato.

Un filone narrativo completamente irrealistico e, possiamo dirlo, inutile.

5) Nikki e Paulo – Lost

lost

Sarebbe stato inesatto scrivere un articolo sui filoni narrativi più inutili delle serie tv e non includere la storia di Nikki e Paulo che ha occupato tutta la prima parte della terza stagione di Lost.

I due sono stati creati come una sorta di esperimento. I produttori della serie volevano accontentare alcuni fan che si chiedevano cosa fosse successo ai personaggi secondari che non seguivano il gruppo di Locke e per questo hanno introdotto Nikki e Paulo. Per buona parte del loro tempo, la coppia va alla ricerca di alcuni diamanti che avevano rubato prima di partire e che, con l’incidente aereo, avevano perso. Il moretto e la biondina sono insopportabili, scritti appositamente per non piacere e la loro morte è stato un modo di soddisfare le richieste dei fan.

Infatti, Nikki e Paulo sono risultati sin da subito sgradevoli. Escono di scena in maniera estremamente tragica – ed estremamente soddisfacente. Dopo aver trovato i diamanti, Paulo li nasconde alla sua ragazza e quando Nikki lo scopre lo fa avvelenare da un ragno e lo costringe a confessare. Paulo viene paralizzato, ma il mostriciattolo chiama i rinforzi e la stessa Nikki viene morsa. I due, paralizzati, vengono scambiati come cadaveri e per questo vengono sepolti vivi.

Né i fan né i produttori avevano interesse nel mantenere in vita questi personaggi, che anzi vengono fatti fuori dalla serie in un modo così veloce e assurdo che, a conti fatti, dimostra l’inutilità del loro arco narrativo.