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5 Serie Tv che non hanno buchi di trama

Nella costruzione di una serie tv è facile commettere qualche errore: come tutti i lavori creativi, delineare una trama coerente, logica e ben calibrata è forse uno dei compiti più delicati e difficili (soprattutto se si ha a che fare, come in Dark, con i viaggi nel tempo). È per questo molto facile trovare dei veri e propri “buchi di trama” (in inglese plotholes) anche in prodotti di tutto rispetto e qualità. In gergo il buco di trama è una mancanza o un’incongruenza che crea delle contraddizioni all’interno della storia, trasformando in assurdi o illogici i suoi sviluppi. Nonostante questo termine venga utilizzato anche per indicare piccoli errori di montaggio o sottotrame che non vengono portare a termine, la definizione è molto più specifica di quel che sembra.

Esistono comunque alcune serie che sono riuscite a ridurre dratiscamente al minimo queste sviste e contraddizioni e che meritano anche per questo molto del loro enorme successo.

Ecco dunque le 5 serie tv che non hanno buchi di trama (o che almeno noi non abbiamo notato):

1) I Soprano

Breaking Bad - I Soprano

Nonostante la serie sia diventata un cult principalmente per la complessità e la maestria con cui sono stati scritti i personaggi, anche la trama de I Soprano è un piccolo gioiello.

Tutto ruota attorno Tony Soprano, il capofamiglia di una gang italoamericana che, in seguito ad alcuni attacchi di panico, decide di avviare un percorso di psicoterapia. Nell’arco delle sei stagioni Tony Soprano si ritrova ad affrontare più volte nemici interni ed esterni alla propria famiglia, culminando in un finale di serie molto controverso e ambiguo, ma che ancora oggi risulta stupefacente. Sebbene si possano notare alcune minime discrepanze, la trama rimane comunque un vero e proprio gioiello: infatti per molti critici è la serie tv migliore di sempre. La linearità e semplicità della storia sono caratteristiche estremamente funzionali che aiutano a mettere in risalto la scrittura dei personaggi e permettono ai loro rapporti di acquistare spessore e corposità.

Sicuramente possiamo dire che I Soprano ha spaccato la storia della televisione in due: è grazie a questo prodotto che si è entrati nella cosiddetta Età d’Oro delle serie tv.

2) The Wire

The Wire rientra a pieno titolo in questa classifica, principalmente perchè la trama è creata a partire dalle esperienze dei suoi creatori David Simon e Ed Burn: mentre il primo ha tratto molto dal suo lavoro di giornalismo d’inchiesta, il secondo era un vero e proprio detective.

La storia iniziale ruota attorno al rapporto tra il dipartimento di polizia di Baltimora e una banda di spacciatori di droga. La particolarità di The Wire è nella sua costruzione e nel realismo: la serie non risparmia i dettagli più crudi ed effettua una profonda esplorazione di molteplici temi sociali e politici. La struttura narrativa si delinea in un’intera stagione più che chiudersi a ogni singola puntata: gli archi narrativi infatti si soffermano di volta in volta su un diverso particolare o sviscerano un tema ben preciso, volendo sempre sottolineare lo stretto collegamento che intercorre tra povertà, traffico di droga e i compromessi che si è costretti a fare per poter sopravvivere.

Se di primo acchito The Wire può sembrare semplicemente un telefilm poliziesco, basta poco per rendersi conto come il racconto avviato sia molto più complesso e universale di quel che sembra, rappresentando appieno le realtà più nascoste e degradate di ogni città metropolitana americana e non solo.

3) Mr. Robot

Mr. Robot è una serie che sembra essere stata progettata in ogni suo minimo dettaglio sin dal primo episodio e che, grazie alla precisione della propria trama, ha concluso nel 2019 con quattro stagioni memorabili (la recensione dell’ultima serie la trovi qui).

La storia ruota attorno a Elliot, un giovane ingegnere informatico che devastato da molteplici malattie mentali, hackera nel suo tempo libero i profili di sconosciuti agendo come un giustiziere informatico. Viene contattato dalla fsociety, un gruppo di hacker il cui obiettivo è quello di rovesciare il sistema capitalistico e annullare i debiti della gente, distruggendo le banche. A capo di questa organizzazione c’è il misterioso Mr. Robot, un personaggio tanto affascinante quanto misterioso che convince Elliot a lavorare per lui tramite la promessa di smascherare la Ecorp, una multinazionale responsabile per la morte di moltissime persone, tra cui il padre di Elliot.

Chi ha seguito Mr. Robot sa che questo è solo l’incipit e che in realtà la storia si rivelerà essere un’altra: una storia che ci è entrata dentro rivelandosi qualcosa di ben superiore a quella che sembrava essere la trama iniziale. Con sontuosi risvolti psicologici e una narrazione quasi futuristica, tanto straniante quanto struggente, Mr. Robot è riuscita a mettere insieme tutti i pezzi in un modo letteralmente clamoroso, riuscendo anche nell’impresa più complicata: chiudere alla grande. Sam Esmail è semplicemente un genio.

4) How to Get Away with Murder

meme

How to Get Away with Murder negli ultimi anni ha continuato a stupire con la costruzione ad arte della propria storia, una trama nel senso più letterale del termine: è infatti un fitto intreccio di misteri e scoperte intessuto magistralmente dalle performances degli attori, Viola Davis in primis.

Annalise Keating, il carismatico docente e avvocato protagonista della serie, ha dovuto per sei stagioni sbrogliare una matassa complessa di problemi riuscendo allo stesso tempo a lavorare con i propri collaboratori, ma sopratuttto con i cinque studenti da lei scelti per assisterla nei suoi casi giudiziari. I tempi di spiegazione di How to Get Away with Murder devono fare i conti con i continui flashback e riprese di vecchi personaggi o avvenimenti senza contraddirsi nel tempo. Tutto ciò è riuscito fino alla fine (leggi le recensioni dell’ultima stagione qui), permettendo alla serie di rimanere un prodotto molto coerente, intrigante e valido.

5) Dark

Dark
Dark

Quando si parla di viaggi nel tempo, riuscire a non creare buchi di trama è una sfida da non sottovalutare: nelle prime due stagioni uscite, Dark ha portato a casa questo obiettivo con pieni voti.

Nonostante la storia venga suddivisa su piani temporali diversi, attraversando anni molto lontani tra di loro, la coerenza di Dark rimane comunque molto alta considerando il genere fantascientifico di appartenenza: quando due bambini spariscono, la città tedesca di Widen si ritrova a dover fare i conti con i propri misteri, coinvolgendo principalemente quattro famiglie. Dark riesce a rimanere coerente perchè si basa su un principio molto importante che, messo in chiaro sin dal primo momento, permette allo spettatore di stabilire alcune regole importanti per la logicità del viaggio nel tempo: il cosidetto “Principio di autoconsistenza“, infatti, è un paradosso che permette ai personaggi di Dark sì di viaggiare nel tempo senza però poter modificare il proprio passato. Sono così costretti a dover ripetere i propri errori e assecondare gli eventi in quanto il passato rimane assolutamente immutabile.

Ogni serie presente in questa classifica ha avuto bisogno di un lavoro minuzioso e capillare per permettere alla trama di risultare così coerente con se stessa e gli sforzi di sceneggiatori e showrunner ha permesso a questi telefilm di diventare piccoli gioielli del mondo dell’intrattenimento.