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È ormai sotto gli occhi di tutti che Peaky Blinders, serie targata BBC Two e disponibile in Italia su Netflix, rappresenti un fiore all’occhiello nel panorama delle Serie Tv: con 18 puntate in 3 stagioni, la serie inglese segue le vicende di una banda criminale nell’Inghilterra del primo dopoguerra, e di come giustizia e ingiustizia, moralità e immoralità, amore e odio si incastrino continuamente in scene ossimoriche con protagonisti personaggi inaspettati. Ma oggi, sotto la lente di ingrandimento ci sono il montaggio sonoro e, in parte, anche la fotografia.

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Dunque, perchè parlare di montaggio sonoro e, nello specifico, di colonna sonora? Nel caso di Peaky Blinders, c’è una particolarità e un fascino tale di cui non si può non renderne conto: se l’ambientazione è a partire dal 1919, le musiche che compongono il montaggio (a partire dalla sublime sigla iniziale) sono principalmente rock contemporaneo, in alcuni casi più soft e in altri più hard. Il punto è che questo forte anacronismo non suona affatto fuori luogo; anzi, lo spettatore si sente cullato dalle scene in cui queste musiche sono presenti, e i motivi possono essere individuati principalmente: nella dinamica della scena, che spesso e volentieri presenta un’attenzione per la fotografia (come vedremo a breve) tale da rallentare il tempo della sequenza, e nella capacità degli attori, che interpretano personaggi senza tempo (come appunto i delinquenti) integrati perfettamente in uno spazio vecchio un secolo ma in un suono di massimo 20-30 anni fa. Nello specifico, sono 3 le canzoni che meritano una menzione per il testo e il momento in cui vengono riprodotte:

Nick Cave & The Bad Seeds, Red Right Hand (1994): è la canzone che apre la serie nella incredibile sequenza iniziale con Cillian Murphy a cavallo che percorre le vie di Birmingham, di cui viene descritta la povertà e l’arretratezza sociale;

Tom Waits, Time (1985): concentrandoci sul testo della canzone, quest’opera tocca due tematiche molto care alla serie, cioè la delinquenza (And the shadow boys are breaking all the laws) e l’amore (il ritornello recita It’s time that you love);

The White Stripes, I Fought Piranhas (1999): questa canzone compare nel quarto episodio della prima stagione, momento di matrimoni e inganni. Il solo ascolto delle note ci proietta alla precisa scena di riferimento.

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Ma non è tutto. Come accennato, il montaggio sonoro si accompagna ad un montaggio di scene dettagliato e ricercato: gli elementi caratteristici sono sostanzialmente i rallentamenti (slow motion) di alcune sequenze da un lato, e l’utilizzo intenso di primi piani (close-up) dall’altro. Questi ultimi sono alternati alle inevitabili scene di azione (si pensi per esempio alle risse fra le gang) che scuotono la trama. Inoltre, la fotografia, nel campo degli slow motion, apre un ambito fondamentale nella serie, facendo spesso in modo che la maggior parte delle scene importanti, se bloccate, siano perfette sequenze fotografiche: questo significa buona fotografia; al proposito, la scena iniziale della prima stagione del cavallo scaramanticamente preparato per le corse è un mix di slow motion e di fotografia, che riassume perfettamente il senso della tecnica di montaggio della serie. Chi non l’ha ancora vista può fare solo una cosa: muoversi e rimediare a questa mancanza.

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