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Il Muro del Rimpianto – L’idea giusta al momento sbagliato di American Horror Story Roanoke

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Ogni narrazione è un percorso, una strada che ci accompagna attraverso luoghi nuovi e inesplorati. Fruirne è come viaggiare: all’immobilità fisica contrapponiamo un moto immaginativo. Non c’è in fondo molta differenza tra chi viaggia e chi si mette di fronte a una storia: ci sarà chi ha più l’attitudine del viandante, chi del pellegrino, chi dell’esploratore, ma poco cambia. Ogni volta che ci troviamo dentro a una narrazione nuova, dunque, che sia letteraria, filmica o seriale, ci stiamo incamminando lungo un sentiero sconosciuto e non sappiamo cosa ci attenda. Seguendo il paragone, l’elemento che più si lega al nostro ruolo di spettatori è il bivio. O meglio, la potenzialità del bivio. In questo concetto risiede il nostro più grande potere di fruitori: noi siamo sì, in parte, passivi nell’esperire quella storia, ma siamo attivi nell‘immaginarne possibili deviazioni. Con le serie questo poi capita spesso: finisce un episodio sul più bello e noi ci chiediamo, almeno fino alla visione di quello successivo, quale possibile strada prenderà la storia, a quale opzione cederà la narrazione. Quando poi scopriamo cosa accade, ecco che una delle strade che ci si erano prospettate nella mente viene come sbarrata da un muro. Talvolta non ce ne rendiamo nemmeno conto, ma altre non riusciamo a togliercelo dalla testa: eccolo lì a privarci del diritto di intraprendere quella strada, di scoprire quel mondo, di dare quel senso alla storia. É in momenti come questo che si fa largo in noi il rimpianto per quello che sarebbe potuto essere e non sarà. Andiamo avanti – viandanti, pellegrini o esploratori – lungo la via di quel racconto, ma nella testa torna spesso un pensiero, un’immagine: il Muro del Rimpianto.

La misteriosa sparizione della cittadina di Roanoke e dei suoi abitanti rappresenta, ancora oggi, una delle pagine più oscure della storia americana. Un giorno, senza lasciare alcuna traccia, la colonia inglese semplicemente scomparve dalla cartina lasciandosi dietro di sé una domanda che ha attanagliato i cuori e le menti di tantissimi studiosi. La storia stata ben presto rimpiazzata dalla leggenda ed è così che Roanoke è finita per entrare tra le pagine dei libri di folklore e di orrore. Non poteva non restarne affascinato un autore contemporaneo come Ryan Murphy che ha fatto, proprio delle storie di folklore americano, il marchio di fabbrica di uno dei suoi prodotti più noti.