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5 Serie Tv che rompono la quarta parete in continuazione

Succede sempre più spesso. Stiamo guardando il pilot della nuova serie che ci han consigliato. Iniziamo a capire gli intrecci, la trama, i personaggi, ci immergiamo in un altro mondo. E poi, dall’altra parte dello schermo, qualcuno si gira verso la telecamera, e parla con te. Fleabag, ad esempio, si gira e ti dice “Hai presente quando…” e ti lascia di stucco.

Beh quella è la rottura della quarta parete o metafinzione: fa riferimento a un personaggio che si rivolge direttamente al pubblico, o che riconosce attivamente che l’azione non è reale. Ecco qua la lista delle Serie Tv dove la metafinzione è sempre presente.

1) Malcolm in the Middle

malcolm in the middle

Quando Malcolm dice qualcosa alla cinepresa, gli altri personaggi che sono presenti intorno a lui sono totalmente inconsapevoli di quello che sta facendo, ma per il pubblico è utile perché sa esattamente quello che il protagonista sta pensando

L’aspetto straordinario di questo dispositivo in Malcom è che sembra totalmente naturale. Lui è un ragazzo che spiega perché la sua famiglia è strana, e cerca quasi conforto nello spettatore, come se lo spiegasse a un suo amico, e questo fa sentire noi parte dello show.

2) Fleabag

Fleabag
Fleabag

Nello stesso modo la protagonista di Fleabag, Fleabag appunto, racconta allo spettatore ogni suo pensiero mentre la vediamo diventare un’eroina della vita comune di ogni donna. Con questo escamotage le battute diventano ancora più brillanti trasformandosi in piccole considerazioni personali che Fleabag vuole confidarci e che noi possiamo conservare come preziose divertenti annotazioni.

Nella seconda stagione non si tratta solo di rompere la quarta parete, ma abbatterne il concetto stesso per re-immaginare la connessione in modo più audace e profondo. Viene introdotto infatti il personaggio del Sacerdote, l’uomo destinato a sposare il padre e la matrigna.

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In una scena dell terza puntata succede qualcosa di completamente nuovo. Il Sacerdote si accorge di noi. “Cos’era?” chiede, confuso. “Dove sei appena andata?” Fleabag ci guarda impaurita, ma il bello è appena iniziato.

3) Willy il principe di Bel-Air

Willy

Willy il principe di Bel-Air anche se andò in onda per la prima volta nel 1990 si configurava già come show moderno: oltre ai tantissimi riferimenti pop, Willy parla molto spesso a noi spettatori anche semplicemente mostrando la sua faccia sbalordita che tutti conosciamo.

In un episodio in particolare (qui trovate i migliori) Willy, mentre lavora come cameriere in un ristorante, sente la sua voce narrante raccontare di essere infine tornato a vivere a Filadelfia. Ma il suo racconto è interrotto all’improvviso dai membri del Network, i quali gli ricordano che il titolo di quest’ultimo è “principe di Bel-air” non “principe di Philadelphia“, per cui lo rapiscono e, a forza, lo fanno salire su un furgone per riportarlo alla location originale.

4) House of Cards

Fleabag

Frank Underwood: spietato, privo di qualsiasi traccia di umanità o compassione, in ogni puntata a un certo punto guarda dritto in camera, spesso anche più di una volta. Lo fa per pronunciare una sua particolare lezione (im)morale, dare un giudizio su una persona o semplicemente per stare in silenzio manifestando il suo disgusto per quanto sta accadendo: si vocifera che per ogni occhiata che lancia Frank un cucciolo muoia.

5) She’s Gotta Have It

Fleabag

La serie mostra frequentemente la rottura della quarta parete senza preavviso, una tecnica che Spike Lee (autore e regista) ha impiegato nei suoi film originali e nel suo classico del 1989 “Do the Right Thing”.

In questa serie, con una forte componente autoriale, avere personaggi che si rivolgono allo spettatore avvantaggia direttamente il dinamismo e l’urgenza dei monologhi, per spiegare o approfondire alcune azioni o scelte del protagonista.

Mi considero anormale.
Ma chi vuole essere come tutti gli altri? Non io.

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