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I 7 film biopic più fedeli degli ultimi 30 anni

I migliori film biopic della storia sono sempre quelli in grado di trovare un equilibrio delicato tra l’accuratezza storica e la narrazione coinvolgente. È essenziale, quindi, condurre una ricerca accurata sulla vita e sulle esperienze del soggetto raccontato. Questo include non solo gli eventi principali della vita, ma anche i dettagli più intimi e personali che hanno plasmato la sua storia. Tantissimo viene richiesto alle performance degli attori che devono essere credibili e autentiche, catturando non solo l’aspetto fisico del personaggio, ma anche la sua personalità e persino il modo di parlare. Non è un caso che tra le performance più apprezzate della storia del cinema ci siano quelle che hanno visto i propri interpreti totalmente trasformati.

Ma soprattutto i migliori film biopic devono essere in grado di trasmettere al pubblico non solo i fatti storici, ma anche la loro essenza, il loro impatto e la loro eredità duratura.

1) Apollo 13 (1995)

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Bill Paxton, Tom Hanks e Kevin Bacon in Apollo 13

Quando la realtà supera la fantascienza. Nel 2005, il regista Ron Howard decise di portare sul grande schermo la storia vera di tre coraggiosi astronauti che rischiarono di perdere la vita durante una pericolosa missione spaziale. Non siamo qui dalle parte di Interstellar, The Martian o Gravity ma in quello spazio buio, freddo e sconfinato che non conosce pietà L’obiettivo della missione Apollo 13 era quello di portare il terzo equipaggio umano in missione sulla Luna. Tuttavia, il 13 aprile 1970, due giorni dopo il lancio, un’esplosione a bordo del modulo di comando Odyssey ha messo a repentaglio la vita degli astronauti che avevano preso parte alla missione: Jim Lovell, Fred Haise e Jack Swigert. Il film di Howard cattura magistralmente l’essenza di questa straordinaria vicenda, portando sullo schermo la tensione, l’emozione e il trionfo di uno dei momenti più memorabili della storia dell’umanità.

Kolossal acclamato dalla critica e dal pubblico, Apollo 13 è un film biopic davvero molto fedele ai fatti storici raccontati che si è soprattutto preoccupato di ricreare nel migliore dei modi quegli ambienti e quegli scenari.

Nel realizzare il film, Howard cercò davvero di renderlo il più tecnicamente accurato, curando nei minimi dettagli la scenografia e i costumi. Arrivò persino a chiedere l’assistenza e il parere della NASA per preparare gli attori a impersonare al meglio gli astronauti e il team operativo del centro di controllo. Il regista ottenne dalla NASA il permesso di filmare alcune scene a bordo di aerei KC-135 (su suggerimento di Steven Spielberg) a gravità ridotta. Altra interessante curiosità riguarda poi la ricostruzione degli ambienti. Il set costruito dallo scenografo Michael Corenblith e dall’arredatore Merideth Boswell era così minuziosamente fedele al Centro di controllo originale, che un dipendente della NASA rivelò di essere uscito dal set a fine giornata cercando l’ascensore prima di ricordare di non trovarsi davvero presso il Centro di Controllo Missione. 

2) Tick, Tick… Boom! (2021)

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Andrew Garfield in Tick, Tick … Boom!

Andrew Garfiled è un attore di straordinario talento e, forse, anche un po’ sottovalutato nel panorama hollywoodiano. Un attore che non ha mai avuto paura di addentrarsi in ruoli oscuri, particolari e ai limiti. Dal crime esoterico Under the Banner of Heaven al film storico Silence, diretto da Martin Scorsese (qui una classifica dei suoi migliori 10 film), passando per quel biopic Tick, Tick…Boom per cui avrebbe meritato un Oscar come miglior attore. Per il ruolo di Jonathan Larson, l’attore ha imparato a cantare da zero, studiando un anno intero per allenare la voce al meglio. La storia vera di Larson è quella di giovane compositore e musicista di talento che non ha mai visto il debutto del suo più grande successo.

Quel Rent, liberamente ispirato a La bohème di Giacomo Puccini, che è diventato uno dei musical più famosi e di successo di sempre. Larson muore infatti a 29 anni, per dissezione aortica probabilmente dovuta ai suoi congeniti problemi di salute, il giorno della prima dello spettacolo che venne posticipato.

La trama intrecciata di Tick, Tick…Boom! dipinge così il ritratto di un uomo alle prese con i propri sogni ma il cui destino è segnato dal ticchettare silenzioso ma instancabile di un orologio invisibile.

Il fulcro della narrazione diventa allora la lotta di Jonathan per portare alla luce una delle sue opere più famose. Il film ha affrontato numerose difficoltà dovute al periodo della pandemia. La produzione è riuscita a girare per soli 8 giorni prima di dover chiudere a causa de Covid nel marzo 2020. Per i sei mesi successivi, il cast ha svolto le prove su Zoom, chiamandole “Tick Tick Zoom”. Una volta tornati sul set, le performance sono avvenute quasi tutte live ma dovevano essere strettamente monitorato a causa dei protocolli di Covid-19. Per esempio per la canzone “Boho Days”, cantata dal vivo, venne chiesta al cast una quarantena cautelare di 14 giorni prima di girarla.

3) Spotlight (2017)

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Rachel McAdams, Michael Keaton e Mark Ruffalo in Spotlight

Nel 2002 la città di Boston subì un forte scossone quando un gruppo di giornalista del Boston Globe portò alla luce diversi spaventosi casi di abusi sessuali da parte della Chiesa cattolica. Il film d’inchiesta entra il bersaglio per due motivi fondamentali. Il primo è tono, il secondo il ritmo. La narrazione del film è impeccabile, mantiene lo spettatore sulle spine mentre il team “Spotlight” raccoglie dettagli e informazioni scioccanti sullo scandalo e sulla sua gestione da parte delle autorità. Il ritmo quindi rimane serrato, avvincente, con scene e situazioni ben scaglionate tra loro. Il tono, d’altro canto, non è quello sensazionalistico da tabloid, né quello spiazzante del true crime. Spotlight è un documentario asciutto e chiaro ma sotto forma di pellicola cinematografica. Il film è senza dubbio anche un tributo al giornalismo investigativo e al suo ruolo fondamentale nella società.

Il film mostra chiaramente il duro lavoro e l’impegno necessari per portare alla luce la verità, nonostante le pressioni politiche, sociali ed economiche. Un grande plauso lo hanno poi ricevuto gli interpreti, in particolare Michale Keaton. L’attore ha rintracciato il vero Walter Robinson per conoscerlo e capire meglio il personaggio reale che sarebbe andato a interpretare. Dopo averlo visto sul set, lo stesso Robinson ha dichiarato: “Guardare Michael Keaton è stato come guardare in uno specchio, senza avere il controllo dell’immagine speculare”. Dal canto suo, Mark Ruffalo ha chiesto al vero Michael Rezendez di recitare le battute tra una pausa e l’altra.

Con una storia avvincente, un cast stellare e una cura maniacale per i dettagli, Spotlight rimane uno dei migliori e più influenti film biopic del millennio.

4) I, Tonya (2017)

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Margot Robbie in I, Tonya

Tra i ruoli migliori e più sottovalutati di Margot Robbie troviamo sicuramente I,Tonya. Una pellicola in cui l’attrice si imbruttisce davvero e da prova dell’enorme talento e capacità camaleontica. Per questo film che le ha valsa la candidatura agli Oscar, la Robbie mette da parte i lunghi capelli biondi e il sorriso smagliante per dare vita a un personaggio sgradevole, ambiguo e prepotente. I, Tonya racconta infatti la storia vera di Tonya Harding, una delle pattinatrici più dotate della sua generazione ma anche un personaggio sportivo estremamente controverso. La sua storia travagliata ha affascinato e diviso il pubblico sin dai primi anni ’90, quando è stata coinvolta in uno degli scandali sportivi più grandi della storia.Dall’infanzia difficile fino alla celebrità, attraverso quel rapporto morboso con la madre che l’ha segnata in maniera irreparabile.

Tuttavia, è la narrazione dei fatti che portarono all’attacco alla sua rivale Nancy Kerrigan che costituisce il fulcro della trama. La visione offerta dal film non è però quella sensazionalistica classica dei tabloid ma un punto di vista più umano e sensibile che cerca di spiegare le azioni di Tonya, piuttosto che semplicemente additarla come una criminale. La fotografia del film biopic è un elemento decisivo, in grado di catturare nel miglior modo possibile l’atmosfera storica degli anni ’80 e ’90, con colori saturi e inquadrature dinamiche, e di trasportare lo spettatore direttamente nella vita tumultuosa di Tonya Harding. Una menzione di onore va ovviamente riservata alle sequenze di pattinaggio. Impressionanti, potenti e magnetiche. La Robbie era infortunata durante tutto il periodo delle riprese mostrando comunque una tenacia e una devozione al ruolo rarissima.

5) Schindler’s List (1993)

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Liam Neeson in Schindler’s List

L’Olocausto è uno dei quegli argomenti di cui il cinema ha parlato in tutti i modi possibili. Un evento storico così delicato, come la lotta alla mafia, che il rischio di “abusarne” è sempre dietro l’angolo. Per questo motivo, non tutti i film relativi all’argomento sono da considerarsi validi a prescindere. Così come ci sono alcuni titoli che rimarranno per sempre impressi nella nostra memoria e nel nostro cuore. Tra questi, uno dei migliori film biopic dedicati a momento storico oscuro è stato, senza dubbio, Schindler’s List.

Il film diretto da Steven Spielberg e ispirato alla vera storia di Oskar Schindler, racconta la straordinaria vicenda di un imprenditore tedesco che salvò la vita di oltre 1.200 ebrei durante l’Olocausto. Schindler, un membro del partito nazista, approfittò della sua posizione per assumere lavoratori ebrei nei suoi stabilimenti in Polonia durante l’occupazione tedesca. Tuttavia, a differenza di molti suoi colleghi, non sfruttò i suoi dipendenti proteggendoli e salvando poi loro la vita durante la fase finale.

Al centro della narrazione c’è l’evoluzione interiore di Schindler.

Inizialmente motivato solo dal desiderio di profitto, l’uomo gradualmente si rende conto dell’orrore tutto attorno a lui e decide di mettere a rischio la propria vita e la propria fortuna per salvare quanti più ebrei possibile. Se Liam Neeson si è immedesimato perfettamente nel ruolo di Schindler, caratterizzandolo in ogni minimo dettaglio, di certo neppure Ralph Fiennes è stato da meno nei panni del malvagio Goeth. Spielberg ha invitato sul set i sopravvissuti del campo di Goeth, per valutare la loro reazione al processo. Ralph Fiennes, che stava girando quel giorno, fu presentato a una donna anziana, Mila Pfefferberg, sopravvissuta al campo di Goeth. In presenza di Fiennes, la donna ebbe una vera e propria crisi di panico, tanta era la somiglianza con il vero Goeth.

6) Lincoln (2012)

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Daniel Day Lewis in Lincoln

Il periodo storico rappresentato nel bellissimo film biopic di Spielbierg è il 1865. Un momento cruciale durante la Guerra Civile americana, che stava ormai per giungere alla fine. Abraham Lincoln (terzo Oscar per Daniel Day-Lewis) è determinato a far passare il XIII Emendamento come parte della sua visione di un’America libera e unificata. L’attore, noto per il suo approccio camaleontico e maniacale ai personaggi che interpreta, coglie tutta la complessità e la saggezza del presidente americano. La regia di Steven Spielberg è impeccabile, con una narrazione che scorre in modo fluido e una fotografia che cattura l’atmosfera dell’epoca. Spielberg utilizza sapientemente luci e ombre per enfatizzare le tensioni politiche e morali che permeano la storia.

Il film esplora altresì le divisioni razziali e ideologiche che hanno segnato l’America dell’epoca, così come le sfide e le opportunità che hanno accompagnato la fine della schiavitù. Lo storico Ronald White si è così espresso in merito all’interpretazione di Daniel Day Lewis: “Riesce a trovare un delicato equilibrio tra il Lincoln casalingo e il Lincoln politico del secondo discorso inaugurale. Cammina come Lincoln, nel modo in cui appoggia i piedi uno alla volta. Parla come Lincoln, non con la voce baritonale di Disneyland, ma con la voce da tenore. Daniel Day-Lewis ha studiato Lincoln intensamente, e quello che ne è uscito è una rappresentazione molto accurata dello spirito dell’uomo”.

7) 12 Anni Schiavo (2013)

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Chiwetel Ejiofor e Paul Giamatti in 12 Anni schiavo

Un altro vincitore agli Oscar come miglior film, nonché un bellissimo biopic da recuperare assolutamente.

Stiamo parlando di 12 anni schiavo. La pellicola diretta da Steve McQueen (che puoi trovare qui in streaming su Prime) che racconta la vera storia di Solomon Northup, un uomo afroamericano rapito e venduto come schiavo. Solomon è un uomo nato libero e vive una vita relativamente privilegiata con la sua famiglia nello stato di New York. Un giorno, però, il suo mondo viene completamente stravolto quando viene ingannato e rapito da due uomini bianchi che lo vendono come schiavo. Dal 1841 in poi, Solomon viene costretto a vivere una vita di brutalità e privazioni, sottoposto a vari padroni crudeli in Louisiana per dodici lunghi anni.

Il film non lascia alcun margine di immaginazione mettendo in evidenza tutta la brutalità e l’ingiustizia della schiavitù attraverso scene crudeli e realistiche. Solomon e i suoi compagni di prigionia sono costantemente umiliati, picchiati e sottoposti a lavori forzati estenuanti. La loro dignità e umanità vengono negate dalle persone che ritengono di possederli come fossero meno ancora che delle bestie.

La direzione registica di McQueen si propone come uno sguardo sincero, crudo e reale delle vicissitudini di Solomon. Osserviamo la storia come se la stessimo vivendo dal punto di vista del protagonista. Non abbiamo mai pieno controllo della situazione, non possiamo prevedere ciò che succederà così come Solomon è in totale balia degli eventi. Il direttore della fotografia Sean Bobbit ha più volte sottolineato la necessità mostrare le scene nella loro crudezza, soffermandosi su scene difficili ma necessarie. Il risultato finale è stato un film che ha destabilizzato e scioccato il pubblico in sala così come gli attori coinvolti. Da Fassbender a Eijofor gli interpreti hanno testato i propri limiti, spingendosi in luoghi oscuri e uscendo profondamente turbati. Nella scena in cui Epps attacca Patsey, Fassbender è svenuto per un breve lasso di tempo. E a proposito di pellicole iconiche, vi lasciamo con una lista dei film che purtroppo non sono mai stati realizzati.