Vai al contenuto
Home » Doctor Who

Doctor Who 15×04 – Ruby è la companion che noi e il Dottore non sapevamo di desiderare

Doctor Who

ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS sulla nuova stagione di Doctor Who

Better Call Saul

Un abbonamento che cambia il tuo modo di guardare le Serie Tv

Con così tante piattaforme e poco tempo a disposizione, scegliere cosa vedere è diventato complicato. Noi vogliamo aiutarti ad andare a colpo sicuro.

Arriva Hall of Series Discover, il nostro nuovo servizio pensato per chi vuole scoprire le serie perfette i propri gusti, senza perdersi in infinite ricerche. Ogni settimana riceverai direttamente sulla tua email guide e storie che non troverai altrove:

  • ✓ Articoli esclusivi su serie nascoste e poco conosciute in Italia
  • ✓ Pagelle e guide settimanali sulle serie tv attualmente in onda
  • ✓ Classifiche mensili sulle migliori serie tv e i migliori film del mese
  • ✓ Consigli di visione personalizzati e curati dalla nostra redazione (e non un altro algoritmo)
  • ✓ Zero pubblicità su tutto il sito

Scopri di più Hall of Series Discover

Who are you?
I’m the Doctor
Doctor who?

– Intro

New Years Eve 2007, Londra. Conrad è un bambino di otto molto curioso e dalla madre poco presente. La sera di Capodanno, mentre tutta Londra è con lo sguardo rivolto verso i fuochi di artificio che brillano sopra il Tamigi, Conrad vede apparire in un vicolo una stranissima cabina blu. Dal suo interno sbucano fuori il Dottore e Belinda Chandra, ancora in cerca del 2025. Lo sappiamo bene noi, ma non lo sa affatto Conrad che, da quell’incontro, rimarrà profondamente colpito, tanto da far ruotare gran parte del resto della sua vita attorno al mistero della Dottore e della sua “blue box”. 17 anni dopo, Conrad ritrova la stessa cabina e (coincidenza o destino chi può dirlo) fa la conoscenza di chi dentro quella cabina c’è stato per un po’ di tempo: Ruby Sunday.

La prima companion della nuova era di Russell T. Davies fa la sua comparsa nello speciale di Natale “The Church on Ruby Road”. Con l’entusiasmo tipico delle migliori companion, Ruby afferra con decisione la mano che il Dottore le porge. Gettandosi a capofitto nelle avventure attraverso il tempo e lo spazio, Ruby si rivela coraggiosa, impavida, curiosa ed estroversa. In lei non c’è traccia di quella esitazione che invece aleggia attorno al personaggio di Belinda. E c’è un motivo molto chiaro per questo, che affonda le sue radici nel passato.

Le prime companion hanno, da sempre, un compito arduo: rimettere in moto il suo cuore stanco e ricordargli, ancora una volta, la meraviglia dell’universo.

Lo aveva fatto Rose, prima con Nine e poi con Ten, tanto da aver fatto innamorare di sé il Dottore. Lo ha fatto dopo Amy Pond con il suo raggedy man caduto dalle stelle. Lo ha fatto la ragazza impossibile Clara Oswald con il burbero Twelve. Ma anche per lei, come per chi l’ha preceduta, è arrivato il momento dell’addio nell’ultimo episodio della scorsa stagione di Doctor Who. Quando tutto l’universo diventa un concetto troppo vasto e troppo pericoloso per un fragile essere umano.

Ruby è la companion che il Dottore non sapeva di desiderare, un mix perfetto tra familiarità e novità.

Ci ha ricordato da vicino alcune delle figure più amate del passato, ma conservando un’ingenuità autentica che l’ha resa diversa da tutte. Lo abbiamo già detto nello scorso episodio, sembra proprio che Davies voglia rispolverare il cuore della sua visione. Nello specifico facendo risuonare l’eco di Rose “Bad Wolf” Tyler nella luminosa figura di Ruby Sunday (Millie Gibson).

Conrad e Ruby Sunday nel quarto episodio di Doctor Who
Credits: BBC

Torniamo quindi al quarto episodio di questa nuova stagione di Doctor Who (potete vedere gli episodi sul catalogo di Disney+). Sono passati diciassette anni da quando Conrad Clark (Jonah Hauer-King) ha visto quella stravagante cabina blu. Adesso ha un podcast tutto suo e, in un negozio di vestiti che ricorda fin troppo da vicino quello dell’episodio “Rose”, ritrova il Dottore insieme a una altra companion. La stessa (ex) companion che decide, sorprendentemente, di partecipare al suo podcast e di raccontare la sua storia. Almeno una parte di essa. E non è finita qui.

Durante lo pesudo appuntamento che segue, di fronte a un cappuccino che nessuno beve, Ruby spiega a Conrad che è in grave pericolo. Lo Shreek, la creatura che l’anno prima lei e il Dottore avevano imprigionato in una pocket dimension, si è liberato ed è tornato a Londra a caccia della preda che aveva precedentemente marchiato. Vale a dire Conrad.

Passa del tempo, Ruby e Conrad sono ormai una coppia ufficiale, certificata dal quinto appuntamento e da un weekend con gli amici di lui. Peccato che Conrad inizia a mostrare qualche red flag, come per esempio la competizione con il Dottore e il non avere mai bevuto l’antidoto per togliersi di dosso la traccia degli Shreek. Armata solo di un attizzatoio, senza il Dottore e una cabina telefonica rossa a prenderla silenziosamente in giro, Ruby si avventura in cerca dei mostri che si sarebbero inspiegabilmente moltiplicati.

Come gli Avengers, la squadra della UNIT arriva per risolverare la situazione. Ormai sono diventati una costante dell’universo di Doctor Who più dei compianti Dalek e Cybermen.

Il plot twist, abbastanza telefonato, ma ugualmente apprezzabile, rivela che Conrad non ha affatto alcune red flag nella manica, è lui stesso una red flag gigantesca. A capo di un gruppo cospirazionista denominato “Think-Tank”, lui e gli altri trolls di turno del coloratissimo mondo internettiano hanno attirato l’UNIT in una trappola per poter “portare alla luce tutte le bugie della UNIT”. Oltre quindi ad aver plagiato Harry Potter, Conrad si è anche preso gioco della nostra Ruby per settimane, solo per poter dimostrare che le sue teorie complottiste sono corrette. Spoiler, non lo sono.

Gettando Ruby e il resto dei membri della UNIT nelle fauci della gogna pubblica, Conrad è la rappresentazione perfetta dell’hater annata 2025. Lo aveva già fatto nel primo episodio e anche in questo, Russel T. Davies dimostra di essere perfettamente consapevole dei tempi che stiamo vivendo e in grado di traslarli sul piccolo schermo. Conrad è un troll, la cui intera esistenza è una costellazione di bugie che brillano nel firmamento della presunzione e della frustrazione.

La UNIT nel quarto episodio di Doctor Who
Credits: BBC

“How committed you re to the lies you’ve told?”

Frustrazione si, ma anche arroganza e paranoia. Conrad compie azioni deprecabili per arrivare nel cuore della UNIT, eppure i suoi unici pensieri sono una serie di frasi fatte e insulti che dimostrano la pochezza di questo omuncolo. Di fronte alle sue bugie, non resta che rispondere con la verità nuda e cruda. Basta una diretta streaming per riacquistare credibilità e controllo, almeno fino alla prossima cospirazione di turno. L’episodio si conclude con una breve apparizione del Dottore, chiamato in causa per regalarci un breve e intenso monologo di cui troppe persone dovrebbero far tesoro.

In fin dei conti “Lucky Day” è un episodio che funziona per tutti i motivi giusti e che mette in scena diversi elementi cari a Doctor Who.

Pur trattandosi effettivamente di una puntata senza il Dottore, c’è modo di rivedere delle facce amiche, di riflettere, di intrattenersi e di ricevere persino una risposta importante a una grande domanda. Perché il Dottore conosceva Belinda Chandra prima di incontrarla? A rivelargli il nome era stato proprio Conrad, come abbiamo avuto modo di scoprire nel finale, che in quella prigione forse non ci rimarrà tanto a lungo.