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La classifica dei 10 migliori personaggi di Breaking Bad

Breaking Bad ha dato i natali a una miriade di personaggi clamorosi, molti dei quali sono diventati veri e propri punti di riferimento nel panorama seriale internazionale. Tra la prima creature di Vince Gilligan e lo spin-off Better Call Saul, c’è davvero l’imbarazzo della scelta; il lavoro dell’autore statunitense sullo sviluppo dei personaggi è stato straordinario, diventando uno dei punti di forza della serie. La cura dei dettagli nel raccontare le personalità e le storie dei personaggi presenti in questa classifica, ha regalato loro una sorta di immortalità, cosa tutt’altro che scontata in una serie di tale portata. Il bello è che non si tratta di una manciata di personaggi principali che si muovono in un ambiente composto da altre personalità secondarie, perché in Breaking Bad nulla è lasciato al caso e ognuno dei componenti del cast assume un ruolo determinante ai fini della trama. Oggi, tra posizioni scontate e presenze obbligatorie, proviamo a classificare i 10 migliori personaggi che Vince Gilligan ha creato per quel capolavoro di Breaking Bad, anche se tocca fare una premessa, nonché una menzione d’onore che va a due personaggi che abbiamo deciso di lasciare fuori non per demeriti propri, parliamo di Marie, la moglie di Hank, e Todd, che in una classifica dei più odiati calcherebbe quanto meno il podio.

10) Tuco Salamanca

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Tuco Salamanca (640×360)

Tuco Salamanca è una hit, una piccola chicca che merita di entrare in questa speciale classifica. Tuco è il referente della famiglia Salamanca in quel di Albuquerque, e lo è per tantissimi anni, fin dai tempi in cui Saul si chiamava ancora Jimmy McGill. Purtroppo per lui, però, la coppia White-Pinkman pone fine alla sua corsa all’oro in modo decisamente impietoso per un boss del suo rango. Tuco è il prototipo del narcos narcisista e violento, capace di disintegrarsi con le sue stesse mani. Utilizza la violenza che lo contraddistingue per infondere paura e timore reverenziale nei confronti dei suoi sottoposti e dei suoi nemici, e la violenza in questione, come impariamo successivamente a conoscere, appartiene alla sua famiglia da generazioni e generazioni, e lui stesso l’ha subita fin da quando era piccolo. Tuco è forse uno dei personaggi meno intriganti interiormente, ma rappresenta un caposaldo del genere all’interno di Breaking Bad, ed è il primo villain con cui gli inesperti Walt e Jesse si interfacciano, nonché il personaggio che dà quella “scossa” di adrenalina che alla serie serviva per ingranare dopo aver presentato e costruito a dovere i personaggi dei due protagonisti. Non è il cattivo per eccellenza, ma non può davvero mancare, per carisma e caratteristiche, all’interno di questa classifica.

9) Gale Boetticher

Gale Boetticher (640×360)

Anche qui, come per Tuco, si tratta di una menzione speciale e dovuta, per via del poco minutaggio on-screen rispetto a tutti gli altri presenti in lista. Ma Gale Boetticher, nonostante il poco tempo passato assieme, resterà sempre nei nostri cuori. Nonostante il mestiere di cui si occupa scrupolosamente, Gale è forse l’unico personaggio coinvolto nel traffico di droga di Breaking Bad a non essere interessato in prima battuta al denaro. Gale è appassionato di scienza e di conoscenza, e vede in Walter una figura paterna, forse anche oltre questa sfera, e con lui instaura un rapporto di venerazione e adulazione. Gale è un personaggio molto particolare, oltre che molto ambiguo, a dirla tutta. Fa pena vederlo spaventato di fronte all’uomo che gli toglierà la vita, Jesse, in un gioco di sopravvivenza finito male; ma non dobbiamo dimenticarci che, come tutti gli altri componenti del puzzle, Gale delinque, imbroglia, ed è forse proprio questo assurdo contrasto tra la sua personalità e la sua attitudine reale a renderlo così intrigante. E poi, onestamente, la scena in cui canta da solo in salotto “Crapa Pelada” è uno degli highlights più memorabili dell’intera serie.

8) Hector Salamanca

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Hector Salamanca (640×360)

Lo zio Hector, in realtà, impariamo a conoscerlo realmente soltanto in quel di Better Call Saul, tornando indietro nel tempo a quando ancora era lui ad occuparsi degli affari di famiglia, prima dal Messico, poi ad Albuquerque, dove si trasferisce per sopperire alla mancanza di Tuco, fresco di arresto. Hector è tutto ciò che un narcos padrino dovrebbe essere: autorevole, subdolo e cattivo. Per quel che si vede in Breaking Bad il suo posto all’interno di questa classifica è ancora più meritato, dato che praticamente non sentiamo mai la sua voce se non nei flashback. In questo caso è stata l’espressività a formare il personaggio, e non sorprende che la performance di Mark Margiolis sia stata impeccabile. Effettivamente, fingendo di dimenticarci dell’approfondimento sulla famiglia Salamanca in Better Call Saul, Hector riesce persino a farsi amare, in Breaking Bad. Inizialmente determinato ad eliminare Walt e Jesse, per via della sua diffidenza cronica, successivamente, dalla sua scomoda posizione di spettatore obbligato, si allea proprio con il suo nemico per far fronte ad un nemico comune di vecchia, vecchissima data: Gustavo Fring. Hector Salamanca è perennemente in conflitto con qualcuno, ma nel momento in cui decide di sacrificare la sua stessa esistenza (seppur ormai in condizioni critiche) per disintegrare definitivamente l’impero dell’uomo artefice della distruzione della sua stirpe, a quel punto diventa un eroe, l’eroe inaspettato di cui tutti, compreso Walt, avevano bisogno.

7) Saul Goodman

Saul Goodman (640×360)

Eccoci ancora qui, Saul. Senza quel capolavoro di spin-off non avremmo mai potuto apprezzarti fino in fondo, ed è per questo che benediciamo Vince Gilligan ogni volta che possiamo. La posizione così bassa è presto spiegata: in Breaking Bad non c’è spazio per l’uomo dietro al personaggio, non c’è mai alcun deciso accenno caratteriale a Jimmy McGill, e quello che si vede in superficie è il triste e solo prototipo dell’avvocato del diavolo. Saul Goodman non ha un’anima, in Breaking Bad, questa è come marcita, sgretolatasi per via dell’attesa, dell’inesorabile scorrere del tempo senza la sua metà, Kim, e senza la vita che faceva prima e che aveva sempre sognato di fare. Tra Saul Goodman e Jimmy McGill ci si mette di mezzo il denaro, tanto denaro. In Breaking Bad, per lui, non esiste nient’altro di importante. Le banconote sono ciò che muove tutto il suo mondo, non ci sono interessi o passioni a tenere viva la sua anima, ma soltanto una desolata landa di imbrogli e guadagni facili, di intrighi e pericolosi giochi di potere. Il Saul di Breaking Bad può fare simpatia, certamente. Si tratta di una macchietta, la più grande macchietta della serie, ma se poi impariamo a conoscere il vero uomo che è stato, allora il discorso cambia completamente.

6) Skyler White

Skyler White (640×360)

Unica presenza femminile della lista, in un universo effettivamente quasi del tutto al maschile. Skyler però, nonostante la sua posizione all’interno dell’universo di Breaking Bad sia la più scomoda e ambigua in assoluto, merita eccome di stare qui dentro. Innanzitutto, la performance di Anna Gunn non è discutibile per nessun motivo: è stata in grado di mostrarsi fragile e debole, di farsi odiare e di farsi amare, dando vita ai sentimenti di una madre e di una moglie impaurita che, per amore più che per sete di potere, interpreta un personaggio completamente da zero, dimostrando di essere all’altezza di ogni situazione. Skyler è la kryptonite di Walt, da un certo punto di vista, ma il protagonista è in grado di plagiare anche la sua anima. In Skyler, tuttavia, resta vivo il senso di protezione verso i suoi figli e la sua famiglia, ed è proprio questo che la risveglia dal sonno profondo e la costringe a prendere una posizione avversa rispetto a quella del marito. Non è perfetta né tantomeno immacolata, Skyler, ma oltre ad essere un personaggio generazionale, che rappresenta l’evoluzione del ruolo della donna all’interno della famiglia occidentale, è anche un personaggio con i fiocchi, unico realmente in grado di reggere il confronto con Heisenberg, sia da insolita alleata, glaciale, che da avversaria e madre protettiva.

5) Hank Schrader

Hank Schrader (640×360)

Marito fedele e uomo che crede fermamente nei suoi valori. Hank Schrader è un diamante grezzo in un mare di letame e di corruzione. Per lungo tempo la sottile linea che faceva di lui un grande professionista e contemporaneamente un meme ante litteram, totalmente ignaro della realtà dei fatti, è stata ben salda. Ma poi l’intuizione, un lampo di genio totalmente casuale che lo riporta con ferocia con i piedi per terra. Hank, per certi versi, è il personaggio di Breaking Bad che ha sofferto di più, sia fisicamente, provato dalla sparatoria con i diabolici gemelli Salamanca e da una fine impietosa e triste, la più triste di tutte, sia mentalmente, nell’apprendere che uno dei pochi uomini per cui sotto sotto provava una immensa stima, è in realtà il diavolo in persona, il nemico per eccellenza. Hank rappresenta, insieme a pochi altri, l’unico baluardo di speranza che Gilligan propone al pubblico, in netto contrasto con la maggior parte degli interpreti, tutti spinti da esigenze materiali e non da una autentica morale di fondo. La sua fine, oltre a far saltare definitivamente la copertura di Walter e a compromettere l’intero sistema di narcotraffico, segna anche l’epilogo del dramma narrativo di Breaking Bad, aspetto indicativo di quanto fosse centrale all’interno della trama.

4) Gus Fring

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Gus Fring (640×360)

Ad un passo dal podio, abbiamo deciso di inserire il cattivo per eccellenza, uno dei più grandi villain della storia della serialità: Gustavo Fring. Innanzitutto, dobbiamo ammettere che questa posizione è stata la più complessa da definire, ma questa sua “bocciatura” è dovuta, più che altro, alla grandezza del personaggio che lo precede in classifica. Detto ciò, le zone alte della lista sono piuttosto dovute e scontate. Gus è l’estremizzazione dell’invisibile proliferazione del male, capace di infilarsi negli angoli più remoti e di coinvolgere le personalità più insospettabili. Fring è a capo di un macchinario perfetto ed intoccabile, che per rimanere tale necessita la sua guida e la collaborazione di veri e propri soldati, che devono soddisfare ogni caratteristica da lui richiesta. Gus è restio nel primo approccio con Walter, ma il profumo dei soldi e del potere lo convince a fidarsi di lui, nonostante avesse capito prima di tutti che quel sodalizio sarebbe stato fatale. A muovere gli intenti di Gus, in realtà, non è solo il vil denaro, bensì l’odio nei confronti di quello stesso sistema che si è poi ritrovato a voler governare, semplicemente perché, quando era ancora un giovane di belle speranze, non era per niente consapevole di ciò a cui andava incontro, “sfidando” Don Eladio. Tutti questi elementi e misteri appartenenti al suo passato, hanno reso Gus l’uomo più richiesto per un eventuale ulteriore spin-off si Breaking Bad, cosa che però sembra destinata a restare un sogno.

3) Mike Ehrmantraut

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Mike Ehrmantraut (640×360)

Non c’è da stupirsi più di tanto, in realtà. Mike Ehrmantraut, immediatamente dopo i due protagonisti della serie, è il personaggio più facile da amare di tutta Breaking Bad. La sua attitude da nonno-sicario perennemente arrabbiato, dolce e premuroso con sua nipote ma spietato e letale con i suoi obiettivi, è un vero e proprio mantra. In realtà, anche in questo caso si potrebbe affermare che la reale grandezza del suo personaggio emerge nella sua totalità soltanto grazie a Better Call Saul, ed effettivamente ci sono gli estremi per essere d’accordo, ma già da Breaking Bad si può capire che Mike abbia qualcosa in più, una brutta storia da raccontare. Lo si evince dal suo sguardo, sempre spento tranne che per i momenti in compagnia della sua amata nipote. Mike non lo fa realmente per qualcuno, perché pensare di poter mettere dei soldi sporchi da parte resta, indipendentemente da chi sia l’autore, un piano folle e destinato a fallire. Mike, lo fa per se stesso, in realtà, come approfondiamo nello spin-off. In Breaking Bad c’è più rock n’roll, e la sua presenza è quanto di più tarantiniano ci sia nella serie di Gilligan: Mike è e sarà per sempre colui che risolve i problemi. Tutti i problemi.

2) Jesse Pinkman

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Jesse Pinkman (640×360)

Jesse è da molti considerato la prima vittima in assoluto di Heisenberg, per il fatto che per la maggior parte del tempo passato insieme, sia il giovane a soccombere e a farsi manipolare. In realtà, spesso ci si dimentica di analizzare il percorso di Jesse da vicino. Il reietto della famiglia Pinkman trova in Walter una figura paterna che gli era sempre mancata, un rassicurante esempio da seguire. Tuttavia, la mancanza di reale fiducia tra i due, soprattutto perché Jesse è ben consapevole del fatto che Walt abbia bisogno di lui solo per realizzare il suo piano, rende questo dualismo un continuo viaggio sulle montagne russe. Jesse, nella sfera privata, è continuamente alla ricerca di affetto e di punti di riferimento stabili, e Jane e Andrea ne sono la dimostrazione, ma puntualmente si dimostra incapace di gestire queste relazioni, e non del tutto per colpa di Walt. Parliamoci chiaro: se Walt avesse sventato la morte di Jane, non avrebbe salvato nessuno dei due  dal futuro che li attendeva, e chissà che fine avrebbe fatto il piccolo Brock se Jesse fosse rimasto intrappolato nel loop del narcotraffico. Insomma, Jesse in realtà è un personaggio molto meno Walt-dipendente di quanto si pensi. Grazie alla sua fuga è, fino a prova contraria, l’unico superstite del caos Gilliganiano, ma questo non può alleviare il senso di incompletezza che ancora oggi, disperso in qualche angolo sperduto dell’Alaska, starà ancora provando.

1) Walter White

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Walter White (640×360)

Senza Cesare l’antica Roma sarebbe esistita comunque, ma non sarebbe stata così entusiasmante. Parallelismi volutamente estremi a parte, Walter White è senza dubbio l’anima portante di Breaking Bad. Si tratta di uno dei personaggi più accurati mai scritti, un vero e proprio contenitore di tutti i più tragici difetti dell’animo umano. Walter rappresenta l’insoddisfazione e l’autocommiserazione, ma anche la redenzione e la corruzione in persona. Parte da una timida idea di grandezza e la trasforma in una rocambolesca scalata al potere, in cui c’è certamente dell’astuzia, ma anche tanta fortuna e spirito di sopravvivenza. Ed è proprio questo a renderlo unico: nonostante sia in fin di vita, riesce sempre a sfuggire alle situazioni più drammatiche aggrappandosi alla voglia di vivere che, con il tempo, ha sopraffatto l’idea iniziale di guadagnare abbastanza per consentire alla sua famiglia di vivere anche senza di lui. Non c’è molto da aggiungere, perché sarebbe davvero inutile ribadire tutte le sue capacità, ma è anche giusto così. Walter White è unico e irripetibile e, nonostante tutto, siamo felici di averlo conosciuto. Il suo personaggio è talmente grande da riuscire ad evadere i confini mediali, perché lo stesso Cranston ha accettato di essere Walter White, prima ancora che Bryan Cranston, di aver dato vita e di voler mantenere in vita un’icona della serialità moderna.